Giorgio Asproni e Francesco Cocco Ortu sono due protagonisti del Risorgimento sardo, due celeberrimi uomini politici dell’ isola
Asproni
Giorgio Asproni nacque a Bitti nel 1808, figlio di Giorgio e di Rosalia Demurtas. Laureatosi in giurisprudenza presso l’ Università di Sassari. Abbracciò poi la vita ecclesiastica per volontà dello zio Melchiorre Dore. Divenne canonico penitenziere di Nuoro. Qui insegnò appunto teologia morale. La vivacità dell’ingegno lo spinse a condurre una vita piena e movimentata, mentre emergevano le sue tendenze democratiche e repubblicane. Si presentò candidato alla legislatura, ma la sua elezione fu annullata per incompatibilità con la carica di canonico. Svestito l’ abito talare nel 1849 per seguire questa sua passione politica, divenne uomo di punta della rappresentanza sarda del parlamento subalpino e della camera del Regno d’ Italia per ben 27 anni, schierato nelle file della sinistra.
Dotato di spiccate doti oratorie, si occupò delle più importanti problematiche della Sardegna del tempo. Irriducibile oppositore del Cavour e dei successivi governi di destra, Asproni seguì le grandi questioni di politica nazionale ed estera e acquistò prestigio anche in virtù dei rapporti che lo unirono ai maggiori esponenti democratici del risorgimento italiano. Fu uno dei primi convinti sostenitori dell’ independetismo sardo.
Collaborò con i maggiori organi di stampa di orientamento democratico nelle città in cui le esigenze dell’ attività politica lo indussero a trasferirsi.
Si spense a Roma nel 1876.
Cocco Ortu
Fu Ministro dell’ Agricoltura, Industria e anche Commercio del Regno d’ Italia nei Governi Starrabba IV e Giolitti III e Ministro di Grazia e Giustizia e Culti nel Governo Zanardelli. Fu anche Sindaco di Cagliari nel 1883. Nel 1902 inoltre in qualità di Ministro della Giustizia aveva firmato,la legge sul divorzio che poi l’ aula bocciò. Con lui firmò il documento anche il presidente del consiglio Zanardelli. Nel 1906 in qualità di Ministro dell’ Agricoltura, Industria e Commercio istitui il Corpo degli Ispettori del Lavoro. Lo fece per contrastare i fenomeni di sfruttamento diffusi nella prima industrializzazione del periodo giolittiano.
Presidente del gruppo liberale alla Camera dei deputati, durante il voto di fiducia al governo Mussolini, fu uno dei pochi liberali che votò no, e successivamente si dimise dall’ incarico. Questo fatto viene citato anche da Emilio Lussu nel suo libro «Marcia su Roma e dintorni». Nel mese di novembre del 1924 aderì all’ Unione Nazionale di Giovanni Amendola.
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