Su Unica Radio l’intervista a Francesca Falchi per parlare nel suo nuovo progetto : la maledizione dei puri
Dopo diverse date in varie città italiane, la compagnia cagliaritana Origamundi in collaborazione con l’associazione culturale Music & Movie, con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, il patrocinio del Comune di Sassari, del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e del Projecte Pasolini Barcelona, presenta a Sassari lo spettacolo teatrale: “La Maledizione dei puri. Se Pasolini e de”. Ad ospitare l’evento lo storico teatro sassarese di Palazzo di Città in corso Vittorio Emanule, domenica 15 maggio alle 21.
Nell’anniversario dei quarant’anni anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, Origamundi Teatro ha riflettuto sull’eventualità di produrre uno spettacolo che affrontasse in un’ottica nuova la figura del poeta, il cui lavoro non cessa di essere territorio di confronto intellettuale, artistico e politico.
Da questa necessità è nato un vero e proprio progetto culturale che si è proposto di individuare le consonanze umane, intellettuali ed artistiche tra due delle figure poetiche più rappresentative dell’Italia del XX secolo, Pier Paolo Pasolini e Fabrizio De André.
“La maledizione dei puri. Se Pasolini e De André” nasce con il presupposto di ridefinire le coordinate di un nuovo modo di interpretare e rielaborare l’immaginario di Pasolini e De André, due personalità che hanno inciso profondamente sulla storia italiana, ciascuno secondo le proprie modalità umane ed espressive, invitando il pubblico ad una riflessione critica sull’oggi e sugli avvenimenti che hanno travagliato il nostro paese.
Ed è proprio dall’incontro tra l’attrice e drammaturga cagliaritana Francesca Falchi, laureata con una tesi in Letteratura Comparata su Pasolini, ed il cantautore salernitano Guido Maria Grillo, laureato con una tesi in Filosofia su Fabrizio De André, che è nato lo spettacolo teatrale: “La maledizione dei puri. Se Pasolini e De André”.
Falchi e Grillo hanno intrapreso un viaggio all’interno dell’immaginario dei due artisti con l’intento di tracciare un filo unitario tra il pensiero pasoliniano e quello “faberiano”.