Vino da bere e da vedere: a Cagliari il Poetto wine festival l’ 8 e il 9 luglio con l’intervista speciale di Danilo Scintu
Intervista di Luca Piras dell’8 Luglio al Poetto wine Festival in compagnia di Danilo Scintu appartenente alla giuria del festival.
Quali sono i criteri con i quali si può giudicare un vino?
Innanzi tutto, io giudico le etichette quindi a prescindere dai sapori dei vini, dalla caratteristiche, sono stato chiamato per poter giudicare gli aspetti grafici delle etichette. Quanto è coerente con il vino, quanto con la bottiglia, se è legata d elementi che possono riportare al luogo dove è stato prodotto, se ha dei legami, il design, i colori. Sono tanti gli elementi che entrano a far parte di un giudizio di questo genere. Guardando in giro, mentre stavo degustando i vini ho visto diverse cose interessanti.
Quindi il suo giudizio è principalmente basata sul packaging del vivo?
Esatto. Noi oggi andiamo a giudicare le etichette, la bottiglia, la veste che è stata data alla bottiglia di vino.
Nel mercato del vino, che in Sardegna negli ultimi anni si è espanso molto, è importante l’aspetto grafico e comunicativo di una certa presentazione anche tramite l’etichetta, in questo festival e non solo?
Esattamente, come dicevo. Un vino prima lo vedi, dopo di che lo assaggi. Se già l’etichetta ti colpisce, il vino ha qualcosa in più. Se c’è a priori uno studio grafico, non solo la ricerca della tipologia di vino, delle sue fragranze. La Sardegna è formidabile da questo punto di vista. Io, essendo di Oristano, conosco il valore dei vini come della Vernaccia. Quello che da il primo occhio, che vuole la sua parte è molto importante. L’etichetta il primo gusto.
Il consumatore si basa prima di tutto sull’aspetto estetico della bottiglia?
Certo. Ci sono anche persone che sono profondi estimatori delle etichette e se le portano via.
Magari potrebbe nascere anche un collezionismo di vino da etichetta?
Si, sappiamo che esistono. Ci sono i collezionisti di lattine di birra, sicuramente anche di etichetta perche, questa, ben progettata è un’opera d’arte. E’ importante anche la bottiglia, ad esempio con il collo più lungo, e anche il tappo. Non è solo il liquido dentro la bottiglia ma è anche la veste.
Oggi chi è venuto qua la prima cosa da cui può essere stato colpito è l’etichetta?
Qui abbiamo i loghi dove vediamo dalle gigantografie della cantina che mettono appunto i suoi pezzi forti, le sue etichette pregiate. Non è solo un foglio di carta appiccicato, ma dipende anche dalla grammatura di colore, dalla perfezione del colore. Inoltre, la tipografia che la produce deve essere perfetta. Un buon vino con un etichetta sgranata perde.
Quanto potenziale ha la Sardegna di questo mercato dei vini, vista l’espansione e la cura grafica?
Oltre che essere l’isola dei nuraghi è anche l’isola dei vini. Qui a Cagliari oggi ho scoperto uve che non sapevo che esistessero, nelle aree più interne. La cosa che abbiamo scoperto oggi è che sta sorgendo in Sardegna la cultura del vino. Abbiamo piccole cantine, certo non siamo in Trentino dove il vino viene venduto in tutto il mondo. La Sardegna ha un grandissimo potenziale e se questo del vino viene associato ad altri potenziali che l’isola offre come il patrimonio culturale, pensiamo alla civiltà nuragica potrebbe acquisire maggiore importanza.
Il problema di noi sardi è che non siamo imprenditori di noi stessi quindi troviamo sempre grandi difficoltà a far conoscere l’isola all’esterno. I sardi sono turisti di se stessi. Sarebbe auspicabile che la Sardegna prendesse il proprio posto nel mondo. Inoltre, il vino se bevuto con parsimonia e nei modi giusti da un aiuto psicologico a sorridere è un aiuto anche al nostro corpo a stare bene. Tenuto conto che i vini rossi sono antiossidanti.