L’ album Amistà è l’ ultimo arrivato del progetto musicale dei Parafone, un gruppo ormai abbastanza conosciuto e con un’ identità e un messaggio ben precisi
L’ album
Si intitola Amistà il nuovo album dei Parafoné, registrato nel caldo luglio del 2015 presso lo spainaudio studio di Alessandro Luvarà. Undici brani e diverse collaborazioni, alcune di calibro internazionale, per un prodotto discografico intenso e coinvolgente. L’ album registra una contaminazione molto ampia e segna per il gruppo un’ evoluzione musicale importante. Attraverso di essa si affacciano in modo deciso alla World music. Gli stessi strumenti utilizzati in fase di produzione suggeriscono sperimentazioni interessanti: agli strumenti tipici calabresi (zampogna, lira, organetto, fischiotti, ecc.) sono stati affiancati strumenti antichissimi provenienti da diversi paesi mediterranei e orientali (tabla, saz, bouzuki, batà, darbuka, ecc.).
Lavoro costante
Il percorso musicale dei Parafoné, dunque, prosegue in maniera costante e l’ intenso lavoro di studio, di ricerca e sperimentazione non conosce sosta alcuna. Un cammino esplorativo che nel tempo ha allargato i propri confini, toccando sfere ben più ampie, fino a ripercorrere tutte le sonorità del Mediterraneo. Ci sono stanti anche slanci oltre orizzonte che richiamano a tratti la musica orientale. A tal proposito, degna di nota la collaborazione con l’ artista di fama internazionale Rashmi Bhatt. Egli è intervenuto proprio nell’ultima fatica discografica con un capolavoro dal sapore tutto calabro indiano.
Lo stesso Rashmi Bhatt sarà presente in due performance live dei Parafoné. Il 13 agosto a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio e il 14 agosto nel città che ha dato i natali al gruppo, Serra San Bruno. Importante l’ intervento del giovane cantante egiziano Eslam Mohamed Adamo, che ha prestato la voce per un cantato in lingua araba proprio nel pezzo “Amistà”. Ad impreziosire alcuni brani, la presenza delle voci femminili e le interpretazioni di una Natalia (Saffioti) in grande spolvero.
Il significato
In particolare, “Amistà” è un inno all’ amicizia, all’ incontro, alla fusione di culture diverse, alla ricerca costante della libertà. Nei brani contenuti in questo album, i suoni prendono forma da molteplici strumenti, quasi tutti provenienti da paesi del bacino mediterraneo. Il disco, dai colori musicali variegati, ha preso forma in posti diversi e ambienti quasi indefiniti. Più che descrivere luoghi si sofferma a descrivere storie, persone.
In un mondo distratto, in cui l’ amicizia dovrebbe occupare il posto più importante. Allo stesso tempo rappresenta un concetto sempre più difficile da attuare, “Amistà” propone questo tema come sentimento di rilancio. Lo fa per agevolare l’ incontro tra persone, tra popoli, tra paesi, tra religioni, ecc. La stessa canzone che dà il nome al disco, racchiude un pensiero globale, che abbraccia i popoli di tutto il mondo. Un sogno, più verosimilmente un’ utopia.
Obiettivi dell’ album
Con “Amistà”, i Parafoné hanno guardato oltre i confini della propria terra. Hanno l’ intento di tornare a guardare la musica e il posto in cui vivono con un’ altra ottica. “Amistà” è un disco da viaggio, perché rappresenta esso stesso un percorso che conduce alla scoperta di intrecci musicali nuovi. Questi ultimi appartenenti a popoli diversi, incontratisi un po’ per caso e fortemente voluti in questo album. Con “La notti passa”, l’ invito è di abbandonare definitivamente l’ atteggiamento di autocommiserazione, tipico calabrese, per rialzare la testa. Radunare le proprie forze. Ricominciare a camminare in modo deciso.
La Calabria
La Calabria è molto presente nel disco e “Dorma” ne rappresenta la sua ninna nanna per la sera. Essa però è mista ad un buongiorno che suggerisce un’invocazione al risveglio e alla gioia. In stile tipico Parafoné, non poteva mancare un pezzo goliardico e spensierato come “Pizzicariedhu”. Come un’ onda emozionale, l’ intero disco entra ed esce dalla tradizione. Un salto a piedi uniti nella tradizione popolare viene fatto con “Ma l’ uocchiu”. Il brano che ripercorre la superstizione raccontando il malocchio e recitando nella maniera tipica calabrese la formula per ricacciare eventuali disgrazie. Il disco si chiude con “Sidun”, un capolavoro prodotto da Fabrizio De André, interamente riarrangiato dai Parafoné e tradotto dal dialetto genovese a quello calabrese.
I protagonisti
Il collettivo musicale Parafoné, in attività oramai da 15 anni, rappresenta una delle band più attive ed innovative del sud Italia che si affaccia sul panorama della nuova world music italiana.
Il recupero e la riproposta della musica tradizionale calabrese proiettano il gruppo alla riscoperta di “fratellanze sonore” oltre i confini territoriali, andando a ripercorrere i legami con la storia di una regione pregna di contaminazioni come la Calabria.
La continua ricerca di suoni e di forme e la sperimentazione tra passato e futuro, da vita ad un “proprio” linguaggio espressivo, che coinvolge sia le nuove generazioni che gli anziani suonatori e cantori, i quali riconoscono una matrice comune tra tradizione e innovazione. Un suono, quello dei Parafoné, che proietta un ricco tesoro sonoro del passato ai sempre più incalzante futuro musicale.
Candidatura alle Targhe Tenco 2016 per miglior album in dialetto con il disco “Amistà”.
Menzione della Giuria Critica Internazionale al Premio Parodi 2016 presso Cagliari.
Diverse sono le colonne sonore per spettacoli teatrali collaborando con varie compagnie professioniste della Calabria tra cui la compagnia “Teatro del Carro” di Pino Michienzi, “Dracma centro sperimentale di arti sceniche” di Andrea Naso e l’attore comico e cabarettista Rocco Barbaro. Musiche per racconto fotografico “Il Signor Sindaco” di Gianfranco Ferraro che ha partecipato alla Mostra Internazionale di architettura della Biennale di Venezia.
https://www.unicaradio.it/wp/wp-admin/edit.php?post_status=pending&post_type=post