Due weekend in compagnia di cori ed ensemble, nella chiesa del Santo Sepolcro a Cagliari
Riparte il Festival Internazionale Corale di Musica Sacra, ideato e promosso dal coro dell’associazione musicale Collegium Karalitanum, una delle formazioni corali sarde più antiche e molto apprezzate all’estero, in attività da circa trent’anni. Un festival che, giunto quest’anno alla diciottesima edizione, si conferma ancora una volta un appuntamento irrinunciabile e parte del patrimonio culturale per la città di Cagliari. Tre gli appuntamenti con ingresso gratuito che nei giorni 9, 10 e 17 dicembre alle ore 20.30 vedranno ospiti a Cagliari, nella chiesa del Santo Sepolcro, sede storica del festival, ensemble e cori di grande prestigio.
LE SERATE
L’apertura è affidata, venerdì 9 dicembre, al sestetto vocale genovese “EquiVoci“, il cui repertorio è costituito da una prima parte di brani composti tra il 1500 e il 2000, e una seconda parte dedicata alle canzoni sacre del Natale.
Sabato 10 dicembre, sarà protagonista il Coro dell’Associazione Musicale “G. Rossini” di Sassari, diretto da Clara Antoniciello. I sassaresi presenteranno un repertorio sacro quasi esclusivamente contemporaneo di compositori soprattutto del Nord Europa, fucina di una corrente di pensiero musicale che ha avuto un importante sviluppo nel mondo.
Sabato 17 dicembre, chiusura in grande stile con la partecipazione di tre cori di recente formazione: Il “Coro Caterina Cittadini di Portoscuso” specializzato in musica sacra, diretto da Mariano Garau, le cui opere vengono eseguite in tutto il mondo; il Coro “Insulae Ichnussae Juvenes Voces“, formato da dodici giovanissime provenienti dal coro di voci bianche del prestigioso e pluripremiato Complesso Vocale di Nuoro, diretto da Franca Floris, che eseguirà brani natalizi con una particolare attenzione alle diverse tradizioni europee; e infine il “Coro Mani Bianche” di Cagliari, diretto da Stefania Coccoda e composto da venti membri di cui quindici sordi, alla prima esibizione in un festival corale. Uno dei tanti cori che segue l’esempio del prototipo venezuelano “Manos Blancas”, creato da José Antonio Abreu nel modello didattico de “El Sistema” quasi vent’anni fa.