Fawzi Ismail, presidente dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina
Fawzil Ismail racconta la sua vita e la sua avventura. Come molti altri palestinesi è stato costretto a lasciare la sua casa. Venne cacciato via con la forza delle armi, verso la Giordania, insieme alla sua famiglia, in seguito all’occupazione da parte dell’esercito israeliano del resto della Palestina.
Si tratta delle cosiddetta guerra dei sei giorni nel giugno del 1967. Vi fu la totale distruzione del villaggio. Si tratta dell’ennesimo capitolo della pulizia etnica in Palestina iniziata nel periodo 1947-1949 con l’aggressione delle bande terroristiche sioniste contro la popolazione palestinese. Attraversato il ponte sul Giordano, è diventato un profugo che ha perso i propri averi e la dignità. E’ diventato solo dei numeri nei registri dell’UNRWA 1 sistemati in una delle tante tende nei campi allestiti dalle Nazioni unite e affollati di profughi palestinesi.
La vita del campo era molto umiliante, disumana. Ogni giorno bisognava aspettare i volontari che distribuivano i pasti. Per avere un goccio d’acqua bisognava percorrere più di 300 metri per arrivare al centro del campo, dove c’erano i camion cisterna, e mettersi in fila per avere un bicchiere d’acqua. Lo stesso si faceva per i servizi igienici che erano comuni. Alcuni anni trascorrono con tanta sofferenza nel campo profughi. Qualche spiraglio di speranza vi era quando ascoltava con molta attenzione i racconti sui Fedaein e le loro imprese eroiche contro le forze sioniste.
Afferma che il popolo sardo è orgoglioso, ospitale e generoso. La Sardegna ha dimostrato la sua solidarietà con aiuti concreti ai bambini e alle donne tramite progetti realizzati nei territori palestinesi occupati. Si tratta di progetti come “Cis-Giordania e striscia di Gaza”, e la campagna di sostegno a distanza dei bambini palestinesi, ”Handala Va a Scuola”, portata avanti dall’Associazione di Amicizia Sardegna- Palestina.