“La luna è una lampadina. 50 anni IED” L’Istituto Europeo di Design festeggia a Milano
L‘Istituto Europeo di Design festeggia i suoi cinquant‘anni di attività, e inaugura il 26 ottobre negli spazi de La Triennale di Milano la mostra internazionale gratuita “La luna è una lampadina. 50 anni IED“. Un calendario di oltre 50 happening live, fra cui 44 workshop e 8 lecture, vedrà il coinvolgimento di più di 500 studenti che si avvicenderanno nei 21 giorni di mostra mettendo in scena proprio quel processo progettuale che, a partire da un’idea, porta all’elaborazione del progetto finale.
Anche IED Cagliari sarà presente a Milano con due progetti. Il primo, “Hacking IKEA – progetto Sardiska, nato dalla collaborazione con Ikea, coordinato da Annalisa Cocco e Stefano Carta Vasconcellos, è stato realizzato da un gruppo di studenti del Corso triennale di Product Design. Si tratta della interpretazione contemporanea in chiave alto artigianato sardo di alcune tipologie di mobili e complementi di arredo prodotti da Ikea, ripensate per essere utilizzate nelle strutture ricettive turistiche della Sardegna. Il secondo, “Fab Love“, un Fab Lab delle sedi IED di Madrid e Cagliari per progettare oggetti di utilità sociale ispirati da contesti urbani. In questo quadro, un gruppo di studenti del terzo anno di Media Design di Cagliari, coordinati dai docenti Marcello Cualbu e Luca Scarlatta realizzeranno l’installazione multimediale “Aligasound”, il cui obiettivo è quello di migliorare il tempo trascorso durante le brevi pause di lavoro in spazi di co-working sensibilizzando l’utente sulle questioni riciclo, riutilizzo ed ecologia.
La mostra (aperta al pubblico fino al 19 novembre) si sviluppa negli spazi de La Triennale come un percorso espositivo non tradizionale, unendo ad una parte multimediale, interattiva e più di racconto, un “cuore vivo” e teatrale che quotidianamente porterà agli occhi del pubblico il metodo, gli studenti di ieri e di oggi, i docenti, i veri protagonisti dello IED. La storia di IED si lega in maniera quasi naturale ad una metafora proveniente da un testo di Dario Fo, cantato da Enzo Jannacci nel 1964: “La luna è una lampadina, attaccata al plafone, e le stelle sembrano limoni tirati nell’acqua”. Guardare con gli occhi del designer vuol dire proprio questo: capacità visionaria, intuizioni forti, progettualità e ironia.
Una mostra quindi come spunto di riflessione a tutto tondo sul mondo del design in tutte le sue forme, sul talento, sul contributo che IED ha dato al sistema design attraverso i suoi molti alumni. Parte fondamentale di questo evento è proprio il loro racconto: in 50 anni di attività, oltre 120.000 ex-studenti provenienti da 130 nazioni differenti hanno attraversato le sedi dell’Istituto Europeo di Design. Una comunità mondiale di creativi che, dopo il percorso di studi, oggi vive e lavora in tutti e 5 i continenti in ambiti creativi e strategici, come liberi professionisti o collaborando in realtà internazionali nei settori della moda, del design, della comunicazione e delle arti visive.
Cinquant’anni di IED: non solo una ricorrenza, ma la bella storia di una comunità globale di giovani creativi, studenti e docenti, professionisti e aziende. La storia di uno dei poli educativi tra i più importanti in Italia, nato nel 1966 grazie alla felice intuizione di Francesco Morelli, suo attuale Presidente, e da 50 anni un’eccellenza nel settore della formazione. Una scuola fondata sul principio del “sapere e del saper fare”, che ha formato diverse generazioni di designer il cui bagaglio di competenze portano in giro per il mondo trasmettendo quella comune “cultura del progetto” appresa in ambiente IED.
“La professione del designer – dichiara Francesco Morelli, Presidente dell’Istituto Europeo di Design – è molto articolata. Richiede a più livelli conoscenze vaste e universali, e allo stesso tempo competenze verticali ed approfondite in ambiti come tecnologia, economia, materie umanistiche, storia. Ho voluto che anche IED fosse articolato, in grado di evolvere nella società ed in continuo aggiornamento rispetto ai temi della formazione. Desidero consegnare al futuro uno IED che pensa e che pone sempre al centro della propria riflessione gli studenti, il vero motore del nostro lavoro. Giovani da guidare in una galassia di opportunità, non solo quelle del proprio quartiere ma del mondo intero”.