Teatro senza quartiere

Teatro senza quartiere

Dall’8 al 18 novembre al Ts’E/Teatro Sant’Eusebio in via Quintino Sella a Cagliari ” Teatro senza quartiere”

Si alza il sipario su “CAGLIARI 2017 – Rovinarsi è un Gioco” a cura del Teatro del Segno, con una serie di appuntamenti “a tema” dedicati agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado del capoluogo, in programma dall’8 al 18 novembre al Ts’E/ Teatro Sant’Eusebio in via Quintino Sella a Cagliari – nell’ambito di “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro”. S’intitola – non a caso – “G.A.P. / Gioco d’Azzardo Patologico – rovinarsi è un gioco” la pièce ispirata alla storia (vera) di un giocatore di videopoker, per il quale una vincita casuale segna l’inizio della fine: una vicenda emblematica – la tragedia silenziosa di un uomo – diventa così materia di riflessione e offre spunti di discussione su un argomento di scottante attualità, da approfondire l’incontro/dibattitto con gli psicologi, gli operatori e gli operatori del SerD.

Sotto i riflettori l’attore e regista Stefano Ledda – che firma regia e drammaturgia – dà corpo e voce al protagonista, un giovane tipografo, un individuo come tanti, senza nessun segno distintivo che indichi la sua fragilità, la sua personale e inconsapevole inclinazionazione verso la dipendenza da gioco d’azzardo. Una patologia ossessivo-compulsiva riconosciuta fin dal 1980 dall’Associazione degli Psichiatri Americani e catalogata nel DSM 2013 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) tra le “dipendenze non da sostanza”, che si manifesta come un «comportamento persistente e ricorrente» in cui la passione per il gioco occupa un posto centrale nell’esistenza, fino a compromettere «gli aspetti della vita personale, familiare e lavorativa del soggetto».

Un dramma privato, che inizia con la consapevolezza di aver perduto la propria lucidità e la propria libertà, e l’arduo tentativo di ricostruire i legami spezzati, diventa lo specchio di una condizione ben nota a quanti, “posseduti” dal demone del gioco, continuano a sperperare ogni loro avere nella vana speranza di conquistare il favore della dea bendata. Se l’eroe (in negativo) di “GAP” si rende finalmente conto d’essere imprigionato in un meccanismo perverso quando l’illusione della vincita si trasforma nella certezza della sconfitta – la sua personale esperienza può rappresentare un monito per tutti coloro che ignari del pericolo si accingono a giocare d’azzardo, sedotti dalla promessa della pubblicità che ci sia un modo per “vincere facile”.

Il progetto “CAGLIARI 2017 – Rovinarsi è un Gioco”  inserito in un’iniziativa di respiro regionale con durata pluriennale nasce con l’obiettivo di coinvolgere ragazzi e adolescenti, fornendo loro gli strumenti per leggere e interpretare un fenomeno sempre più diffuso, con il moltiplicarsi delle sale giochi in aggiunta alle slot machines presenti nei bar, oltre che del Bingo, dei vari Gratta e Vinci, del tradizionale Lotto e del più moderno Superenalotto, per non parlare delle infinite varianti di giochi a premi e reiterate estrazioni, del Totocalcio e delle gare ippiche e gli altri concorsi “sportivi” senza trascurare il poker online. Nell’Italia di oggi – trasformata in “paese dei balocchi” – le possibilità di cimentarsi con quello che è ancora considerato “un innocuo passatempo” davvero non mancano, e il brivido dell’azzardo è ormai alla portata di tutti, con tutti gli effetti collaterali che ciò comporta, dai casi più eclatanti alla “normalità” di operai e pensionati, dirigenti, disoccupati e studenti che spendono stipendi e pensioni, sussidi e borse di studio nella speranza di una vincita.

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