L’archeologa Ilaria Montis intervista l’antropologo Fiorenzo Caterini, autore del saggio “La Mano destra della Storia”
Vi è mai capitato di chiedervi perché i sardi stessi non conoscono la storia della Sardegna? Di chiedervi perché questa storia non si legge nei libri di scuola? Di chiedervi perché nonostante l’imponente patrimonio archeologico tra i più ricchi al mondo per quantità, stato di conservazione e interesse scientifico delle testimonianze, davvero in pochi fuori dall’isola siano al corrente dell’esistenza delle civiltà che hanno animato i lunghi millenni della preistoria sarda?
Verso la fine degli anni ’60 giunse in Sardegna Fernand Braudel. Il grande storico francese si meravigliò della caratura storica e archeologica dell’isola, con l’eccezionale presenza di migliaia di gigantesche torri nuragiche, pozzi sacri, tombe dei giganti e altri monumenti megalitici dalla intensa simbologia.
Come era stato possibile che la civiltà nuragica fosse rimasta all’ombra della storia europea per tutti quegli anni? E per quali ragioni, ancora oggi, molti libri di testo scolastici trascurano la storia antica dell’isola? Perché le questioni della storia e dell’identità, nell’isola, sollevano aspre polemiche e conflitti irrisolti? La storia della Sardegna è stata esclusa da quella italiana e da quella europea, al punto da trascurare personaggi come Eleonora d’Arborea e Grazia Deledda. Addirittura far scomparire il Regno di Sardegna dalla genesi dello stato nazionale, perché? Per quale motivo l’influenza della civiltà nuragica su quella etrusca o l’attinenza tra shardana e nuragici paiono incontrare resistenze ben oltre i fisiologici dubbi scientifici? Per quale motivo l’immenso patrimonio storico, archeologico e antropologico sardo, che potrebbe produrre effetti di rilievo sull’economia regionale, è misconosciuto e poco valorizzato?
Fino ad oggi gli studiosi hanno sottoposto a scrupolosa revisione critica il processo di socializzazione della storia e le mitodinamiche popolari, con un esito ormai ampiamente espresso: deriva identitaria, mitopoiesi, fantarcheologia, archeosardismo, contrappresentismo; analisi condite con accuse di prostituzione intellettuale, speculazioni economiche, persino eversione indipendentista e razzismo.
Tuttavia questa impostazione decostruzionista, per quanto in parte utile, lascia irrisolto il problema storiografico sardo. Una prospettiva che tende a scambiare i luoghi di produzione storiografica con i luoghi di resistenza, la nazione con la minoranza etnica, ovvero il soggetto con l’oggetto e la causa con l’effetto.
Venerdì 12 Gennaio ore 20.00, Associazione Culturale Maestr’Ale Via San Lucifero 65 Cagliari, incontro con Fiorenzo Caterini.
Trovo nella croce medioevale una continuità con la croce osservata nei siti nuragici e altre esperienze di quella età