Il Pecorino etico solidale rappresenta l’Italia in occasione dei XXIII Giochi Olimpici invernali, dal 9 al 25 febbraio, a PyeongChang (Corea del Sud).
Gli ospiti del Coni conosceranno da vicino il grattugiato fresco del Pecorino solidale, frutto della combinazione di Pecorino Romano e Gran Biraghi. Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna, lo definisce “orgoglio per tutti i pastori”. “Abbiamo una vetrina internazionale, una delle migliori possibili per il cibo perché il nostro pecorino sarà nella casa dello sport, le Olimpiadi”, aggiunge.
Il Pecorino Solidale Biraghi nasce nel 2017, anno dell’accordo tra Coldiretti Sardegna, Fdai e Biraghi avvenuto. Un periodo di crisi per i pastori, il prezzo del latte crollò a 50-60 centesimi a litro. Il prezzo del Pecorino si aggirava intorno ai 4,20 euro al chilo. Quest’anno si è andati controcorrente e la Cooperativa allevatori Sulcitani di Carbonia ha garantito una remunerazione più equa, di 6,20 euro al chilo. Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna, parla di una risposta patriottica a speculazioni e ambiguità, di una speranza. La risposta sta, infatti, andando oltre ogni aspettativa: è un prodotto già ben posizionato, nonostante la giovane età.
Il Pecorino Solidale Biraghi è presente in più di 2000 punti vendita sul territorio italiano. A livello di aree geografiche si registra, a dicembre 2017, una distribuzione ponderata pari al 29% su tutta Italia: 66% nel Nord (39% al Nord-ovest e 27% al Nord-est), 18% nel Centro e in Sardegna e 22% al Sud. I picchi più alti si trovano in Piemonte e Sardegna (51% e 45% della distribuzione)
“Una scelta che guarda al futuro, alla collaborazione, alla filiera basata sulla trasparenza, la lealtà ed il rispetto sia di chi lo produce e sia di chi lo consuma – dice Battista Cualbu -. Perché chi rispetta il produttore è leale e trasparente anche con il consumatore, crede nel valore e qualità dei prodotti italiani e condivide le ragioni economiche sottostanti alla tracciabilità dell’origine della materia prima”.
PREZZO DEL LATTE
Il prezzo del Pecorino romano continua a salire in media di 1 punto percentuale alla settimana. Nell’ultima rilevazione della scorsa settimana, CLAL (www.clal.it) lo da a 7,80 euro al kg (+2,67% rispetto a 7 giorni prima, con punte oltre gli 8 euro). Crescita, rispetto ai 4,20 euro che un anno fa ha determinato il crollo del prezzo del latte a 50-60 centesimi, dell’85,7% (da 4,20 a 7,80 euro/kg) con punte del 100%.
Un trend di crescita che non è stato applicato, comunque, al latte. A dire il vero, quest’anno la crescita del prezzo del latte si è fermata al 41,7% (da 60 a 85 centesimi/litro). Se applicassimo lo stesso trend del prezzo del latte, la remunerazione di quest’ultimo ai pastori dovrebbe oscillare tra 1,11 a 1,21 euro/litro. Lo dimostra la proporzione:
4,20:0.60 = 7,80: X
X = 7,80*0,60/4,20
X = 1,11 EURO LITRO
Questa differenza costa ai pastori circa 80 milioni di euro, quasi il doppio rispetto ai 45 milioni di euro bilanciati dalla Regione lo scorso anno. Gli stessi pastori sui quali i trasformatori, l’annata scorsa, hanno scaricato il crollo del Pecorino romano pagando il latte a 60 centesimi: una perdita di 130 milioni.