A misura di donna: la corsetteria della tradizione sarda

A misura di donna: la corsetteria della tradizione sarda – passato e futuro.

Il THotel ospita dal 22 marzo sino al 20 maggio 2018 l’esposizione curata da Giovanni Ottonello,  Alberico Guerzoni, Tramare, TArt dedicata alla storia della tradizione popolare. L’esposizione racconta, attraverso una raffinata selezione di manufatti storici, la storia della corsetteria sarda. Le peculiarità e gli archetipi che ne costituiscono un unicum di genere nel campo della storia del costume popolare-tradizionale del contesto europeo. La narrazione visiva permette di osservare l’unicità stilistica dei beni e di cogliere le caratteristiche di ingegno sartoriale con le quali sono costruiti, i motivi decorativi e, infine, ammirarne il posizionamento sul corpo mediante una serie di manichini allestiti con vesti complete.

busti sono considerati, in Sardegna, gli indumenti più distintivi dell’intero sistema vestiario tradizionale; mutuati dalle strutture rigide del palinsesto dell’abbigliamento aristocratico europeo dei secoli trascorsi che arrivano al Cinquecento. Per il loro valore intrinseco, economico e semantico, dovuto all’uso di tessili preziosi, alla presenza di ricami e decorazioni metalliche (spesso rituali ancor prima che floreali), alla resistenza, sono tra i capi più tramandati del corredo muliebre. Le strutture sono divisibili in tre grandi famiglie che si costruiscono attorno a degli schemi precisi: strutturati, destrutturati, a fascia. I primi sono costituiti da due parti rigide e simmetriche congiunte fra loro mediante innastrature a lacci (funzionali o posticce). La gabbia rigida è spesso realizzata con ferri o legni e imbottita con tele e steli di palma nana essiccata.  Quelli della seconda tipologia, a gilet, sono morbidi, mentre, gli ultimi, sono realizzati semirigidi a mo’ di fascia mamillare. I busti sono strutturati nel nord dell’isola e morbidi/a fascia al sud e al centro, tenendo sempre in considerazione il principio di unicità che distingue ogni singolo centro della regione in fatto di abbigliamento tradizionale.

Le cromie sono quelle dei tessuti di pregio dei quali sono rivestiti (rigidi) o confezionati (morbidi), come broccati, lampassi e velluti lisci oppure operati, con particolare predilezione alla scelta di motivi decorativi di immaginario floreale. Il ricamo diventa protagonista nei manufatti a partire dal tardo Ottocento, a imitazione delle fantasie dei tessili che, entrando nel Novecento, iniziano a modificarsi e di conseguenza scarseggiare per mancanza di richiesta della moda continentale che predilige stoffe lavabili indossabili direttamente sulla pelle. Si assiste, a questo punto, a una stratificazione di gusti decorativi con ricami a punto pittura di stampo realistico, lustrini e paillettes, canottiglie e vetrini, cordoncini di seta e passamanerie, unitamente alle fantasie “commerciali” dei decenni trascorsi. Il “costume”, contrariamente a quanto si pensa, vive infatti di moda e modi che lo hanno mantenuto (e in alcuni casi tutt’ora) al passo coi tempi.

Per meglio comprendere la ricchezza della mostra si è deciso di accostare un percorso parallelo di “dietro alle quinte”. Un maestro artigianoAntonio Giuseppe Piroddu, racconta attraverso materiali e strumenti, i passaggi fondamentali di costruzione della corsetteria popolare. Partendo dalle materie prime, passando per la modelleria e la confezione, sino ad entrare nel mondo ormai elitario e affascinante dell’arte del ricamo.

IED è la Scuola del progetto. Progettare vuol dire costruire e innovare partendo da un concetto. Grazie al dialogo interdisciplinare, i corsi di Fashion Design e di Product Design di IED Cagliari, hanno lavorato sinergicamente al fine di realizzare supporti espositivi in grado di dialogare con i corsetti della tradizione sarda. Il Focus del lavoro è duplice: restituire al pubblico una chiave di lettura innovativa di opere storiche e, al contempo, reinventare la moda contemporanea grazie alle solide tracce culturali del passato recente.

La moda, si è molte volte ispirata al concetto di gabbia per il corpo in una costante rivoluzione di idee e archetipi funzionali ed estetici. Gli studenti di IED Cagliari, guidati dai coordinatori Massimo Noli e Nicola Frau, designer del brand Quattromani, e dalla designer Annalisa Cocco, coordinatore IED,  e da una grande professionalità, hanno modo di entrare nella tradizione, viverla, osservarla da vicino e, trasformarla, attraverso personali variazioni sul tema.

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