Inaugura venerdì 23 marzo dalle 18,30 presso Spazio E_EMME in via Mameli 187, Cagliari la mostra personale REALTA’ AUMENTATA di Igino Panzino che presenta la sua ultima produzione artistica.
La mostra sarà visitabile dal 23 marzo al 6 aprile dalle 18,30 alle 21,00. “Realtà aumentata” è il titolo della mostra che comprende un nucleo di opere realizzate da Igino Panzino negli ultimi 3 anni, lavori ottenuti rielaborando scatti fotografici di diversa natura, in certi casi di particolari, tratti dal suo archivio, scomposti in tessere che vengono ricomposte e posizionate su diversi piani. Si tratta di lavori di impianto metalinguistico per parlare dei quali si è pensato di coinvolgere una pluralità di opinioni.
E’ stata quindi richiesta la collaborazione di fotografi, curatori, professori di estetica e di storia dell’arte, artisti, per allestire una mostra che sfuggisse ad un unico punto di osservazione e aderisse maggiormente allo spirito suggerito dai lavori in esposizione.
Ogni immagine ha dunque una sua appendice costituita da un testo che non è e non vuole essere soltanto una didascalia ma, al pari dei tasselli fotografici che la compongono, contribuisce alla definizione dell’opera o forse, e lo speriamo, alla rivelazione della completa indefinitezza dei suoi confini.
In questa maniera la stessa mostra sfugge/comprende dal/la definizione di installazione, esposizione, work in progress, laboratorio collettivo, mischiando generi con intelligenza ed ironia e ponendo interrogativi sulla stessa semantica utilizzata nel campo dell’arte.
Insomma destrutturando le nostre conoscenze e riferimenti Panzino ci invita ad abbracciare il nuovo secolo ed usare il nostro vissuto per indagare presente e futuro con occhi sempre aperti e curiosi. Ogni immagine ha dunque una sua appendice costituita da un testo che non è e non vuole essere soltanto una didascalia ma, al pari dei tasselli fotografici che la compongono, contribuisce alla definizione dell’opera o forse, e lo speriamo, alla rivelazione della completa indefinitezza dei suoi confini.
In questa maniera la stessa mostra sfugge/comprende dal/la definizione di installazione, esposizione, work in progress, laboratorio collettivo, mischiando generi con intelligenza ed ironia e ponendo interrogativi sulla semantica utilizzata nel campo dell’arte. Insomma destrutturando le nostre conoscenze e riferimenti Panzino ci invita ad abbracciare il nuovo secolo ed usare il nostro vissuto per indagare presente e futuro con occhi sempre aperti e curiosi.