Federico Fabi, cantautore romano classe ’94, racconta l’album d’esordio “Io e me x sempre” tra ex fidanzate, la vita universitaria e le Poste Italiane.
Modi di fare, il quartiere romano di Spinaceto, il sesso in macchina e la pasta in bianco con un film alla televisione. Ci sono questi temi ma anche altro nel primo disco di Federico Fabi, intitolato “Io e me x sempre“. Già il titolo dell’album fa necessariamente i conti con la solitudine, soprattutto quando ci si lascia alla fine di una relazione. La giovinezza spensierata dei vent’anni si mescola armonicamente con una maturità di scrittura sorprendente. C’è la consapevolezza di un racconto che finisce, che si riconosce nel proprio io come l’unica persona con cui staremo per sempre. Voce e chitarra, un suono essenziale ma con tante sfumature da scoprire ascolto dopo ascolto.
Il disco, minimale nel sound, è ricco di emozioni e storie quotidiane. Quelle storie quotidiane da studente universitario, tra esami e serate con gli amici, e qualche lavoro non andato benissimo, magari alle Poste Italiane. E poi ci sono ovviamente le influenze musicali, quelle che tutti, anche i più grandi artisti, mettono dentro la propria musica come se fossero degli omaggi. Le pennate alla Lunapop e il brit-pop degli Oasis, che in Italia hanno lasciato un segno indelebile a partire dalla seconda metà degli anni novanta. E poi c’è Federico Fabi, che con un disco registrato in cantina tra l’umidità e gli immancabili occhiali da sole, si propone dalla scena romana e sui palchi più indie e promettenti della Capitale, con un disco pop e una scrittura matura, fresca e ancora tutta da scoprire.
Ascolta l’intervista a Federico Fabi.