Il teatro all’ex vetreria di Piri con Aprile resistente a cura di Cada Die Teatro e Il Crogiuolo, insieme a Cemea
Dopo l’apertura con 15-18 LA GRANDE GUERRA, APRILE ALLA VETRERIA APRILE RESISTENTE, la rassegna organizzata alla Vetreria di Pirri da due storiche compagnie cagliaritane, Cada Die Teatro e Il Crogiuolo, insieme a Cemea, prosegue domenica 8 aprile, con un doppio appuntamento.
Alle 18, al TEATRO LA VETRERIA, va in scena LARIBIANCOS, nota produzione di Cada Die tratta dal romanzo “Quelli dalle labbra bianche” di Francesco Masala, con Pierpaolo Piludu, autore anche dell’adattamento teatrale, la regia di Giancarlo Biffi, le musiche originali di Paolo Fresu.
“Li chiamavano “soslaribiancos”, “quelli dalle labbra bianche”: era il segno distintivo, inconfondibile, dei poveri di Arasolè, un paesino della Sardegna, ai confini con le foreste del Goceano. Soslaribiancos si riconoscevano subito: mangiavano poca carne, pochi carboidrati, poche proteine… mangiavano troppo poco”.
Lo spettacolo nasce dal profondo interesse per l’opera di Francesco Masala. In diverse occasioni il poeta e scrittore di Nughedu San Nicolò aveva manifestato il desiderio di vedere messo in scena il testo teatrale Soslaribiancos, nella versione in sardo-logudorese. “E’ nato così un racconto – spiega Piludu – che si rifà sia al romanzo “Quelli dalle labbra bianche” che ad altre opere di Masala, dove compaiono a più riprese Culubiancu, Mammutone, Tric Trac, e gli altri laribiancos di Arasolè, partiti un pomeriggio di sole del 1940, sopra un carro bestiame, per andare a fare la guerra. Dove possibile ho cercato di lasciare inalterata la suggestione poetica delle parole dell’autore. Allo stesso tempo, spero con il giusto rispetto, ho dovuto scegliere, aggiungere, assemblare, tradire”.
A seguire Marco Gallus presenta “S’ISTORIA”, web documentario su Cicitu Masala.
Alle 21, nello spazio FUCINA TEATRO, sotto i riflettori L’ISOLA DI ANTONIO – Gramsci, la Sardegna e la memoria, reading/concerto di e con Giacomo Casti e Frantziscu Medda, in arte Arrogalla (produzione Antas Teatro). La serata è organizzata con la collaborazione dell’Anpi di Monserrato e della Fondazione Gramsci.
“Di Antonio Gramsci si è detto e scritto molto, come è giusto che sia per uno dei monumenti del pensiero novecentesco internazionale. Da isolani ed estimatori del grande pensatore, ci siamo accorti che attraverso la musica e l’”isolanità” gramsciana si poteva e si può raccontare qualcosa anche del nostro presente, della nostra isola oggi, oltreché della complessità delle sue dinamiche interne ed esterne”, scrivono nelle note dello spettacolo gli autori. Da questa esigenza nasce il progetto “L’isola di Antonio”, “che si pone come obiettivo quello di raccontare la vita di Nino – come tutti chiamavano Antonio – attraverso brevi episodi tratti dalla sua inconfondibile scrittura, frammenti delle celeberrime “Lettere dal carcere” e istantanee narrative prese in prestito dalla biografia scritta da Peppino Fiori. L’obiettivo è quello di raccontare colui che è senza dubbio e di gran lunga il sardo più tradotto e conosciuto nel mondo, e di raccontarlo con le parole e la musica, dandogli così senso contemporaneo. Raccontare una vita che si è spenta presto, spenta in carcere dal fascismo, la vita di un giovane rivoluzionario sardo e della sua formazione esistenziale e politica, la vita di un ragazzo profondamente condizionato nel fisico, ma con una mente, una volontà e una determinazione eccezionali; la vita di un combattente per la libertà di cui ancora studiamo il pensiero e il lavoro”.
Gramsci viene raccontato, “senza paludamenti o eccessivi accademismi”, attraverso la voce narrante di Casti e i suoni di Arrogalla, che sposano tradizione e musicalità sarda con la ricerca elettronica contemporanea, a voler rendere attuale la lezione di vita dell’intellettuale e politico di Ales.