Teatro Lirico: la magia di Butterfly ammalia Cagliar

L’eleganza, la raffinatezza, la grazia del Giappone del primo Novecento rivivono sulla scena in Madama Butterfly.

Lunghi applausi al Teatro Lirico di Cagliari per il capolavoro di Puccini, tra le opere più amate, in cartellone fino al 15 aprile. La “tragedia giapponese”, incentrata sulla figura della giovanissima e innocente geisha, sedotta e sposa per gioco, del tenente americano Pinkerton, da lui abbandonata e infine suicida, torna a Cagliari stavolta nello storico allestimento del Teatro del Giglio di Lucca firmato dal suo direttore artistico Aldo Tarabella, rappresentato in occasione del centenario dell’opera.

Successo annunciato per il titolo di forte richiamo e gran pienone per il secondo appuntamento della Stagione lirica del Teatro guidato dal sovrintendente Claudio Orazi. Il regista sottolinea l’incontro tra Oriente e Occidente, già sotteso nella partitura, attraverso accostamenti di elementi significativi dei due mondi. L’Occidente appare nei costumi degli ‘stranieri’, l’Oriente in tutto il suo fascino e mistero nel quadro scenico di ombrellini, kimono, il ciliegio fiorito, porte scorrevoli e paraventi, quasi una composizione floreale sul cui sfondo le figure si muovono come in una danza che somiglia ad un rito.

In questa sacralità fa breccia la “modernità” del mondo occidentale. Dentro un universo femminile sboccia il sogno d’amore di Cio-cio-San, attorniata da un microcosmo di silenziose e aggraziate fanciulle. “Ho voluto estendere il destino di Cio-cio-San a tutta la sfera femminile – spiega Aldo Tarabella – in questa lettura ho voluto contornare la protagonista di giovani donne, destinate a diventare geishe per far divertire questi giovani ufficiali”. Il sipario si riapre sul dramma di Cio-cio-san (Amarilli Nizza, applauditissima dopo l’ incantevole aria Un bel dì vedremo), in sognante attesa del suo Pinkerton (Massimiliano Pisapia).

Le note si fanno più struggenti, Butterfly crede a questo matrimonio e per inseguire il suo sogno d’ amore è pronta a rinunciare alle sue tradizioni. Ma davanti alla triste verità il cerchio si chiude e, come sottolineato da Tarabella, “è nata giapponese e morirà giapponese”. Molto apprezzati dal pubblico anche Rossana Rinaldi (Suzuki) e Filippo Polinelli (Sharpless). Applausi per tutto il cast e orchestra anche grazie all’eccellente direzione di Donato Renzetti. Il raffinato allestimento, ispirato ad una casa giapponese, si avvale delle scenografie di Christoph Wagenknecht, costumi di Catherine Voffray, luci di Marco Minghetti, coreografia di Luigia Frattaroli.

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