I The Zen Circus hanno presentato il nuovo album “Il fuoco in una stanza” in un live esclusivo tra intimità, rock e cantautorato.
“Il fuoco in una stanza” è un titolo forte, soprattutto per la citazione che si cela dietro questa frase. Un riferimento a Gino Paoli, una linea diretta tra il cantautorato di una volta e il nuovo pop di qualità che i The Zen Circus portano avanti da anni. Una rock band affermata grazie ai sold out nei migliori club italiani. Un gruppo che non si è mai tirato indietro davanti a testi impegnati e impegnativi. Dopo album di indiscusso successo di pubblico e critica, come “Andate tutti affanculo” e “La terza guerra mondiale” è arrivata la conferma con “Il fuoco in una stanza”. Ma probabilmente di questa conferma non c’era proprio bisogno.
Il Circo Zen ora punta a temi più intimi, come quello famigliare ma con una visione alternativa e poco tradizionale. Ci sono le “Catene” che legano le nostre relazioni, le utopie di una vita immortale e stagioni di dolore senza fine. In mezzo tante chitarre, ma non poteva essere altrimenti. In un periodo storico in cui la musica elettronica conquista le classifiche con il “fenomeno-trap”, i The Zen Circus si sono addirittura presi la vetta della classifica dei vinili più venduti in Italia.
Ma ora per i quattro Zen, arricchiti dall’acquisto del Maestro Francesco Pellegrini, arriva il bello. Già, perché fare solo dischi alla band toscana non piace. La vera natura per loro è il palco, quello sudato davanti ai loro fan. La prima tappa è stata sabato 8 aprile alla Sala B di Radio Rai 2 a Roma, in diretta radiofonica nazionale. Un concerto che è anche un viaggio tra vecchio e nuovo. Un passaggio a volte netto, a volte delicato, tra distorsioni, arpeggi e pianoforte. I The Zen Circus sono padroni del palco, come sempre, e meritatamente dopo tanta gavetta.
Appino e compagni non scordano il loro passato, ma ci si confrontano continuamente. C’è la storia di tante persone dentro questo concerto. Ci sono tanti concerti, tanti dischi passati in incognito che riemergono energicamente come in “Figlio di puttana”. Un mix di storia del rock e del cantautorato italiano indipendente di cui i The Zen Circus sono un’icona indiscussa.