Inaugura gli appuntamenti del May Mask “Facciamo finta che….” chistu è Pippinu, Mercoledi 9 Maggio, segue Giò Vescovi “Il Blues che mi saltella dentro”. Il May Mask incontra poi L’Officina del Suono, chiude Gisella Congia la settimana degli appuntamenti del May Mask con (Ri)nascere madre- mescolanze fotografiche.
Mercoledi 9 maggio ore 21:00 May Mask presenta “Facciamo finta che….” chistu è Pippinu con: Gerardo Ferrara (voce e percussioni) e Tonino Macis (chitarra e mandoloncello). Dalla irriverente, sarcastica e geniale scelta di un brano “normalizzante e rassicurante” (che cantava Ombretta Colli) come sigla di Onda Pazza dalle frequenze antimafiose (o antimafiopoli) di Radio Aut, inizia un percorso intorno ai temi e alla figura di Peppino Impastato a 40 anni dal suo massacro che prende spunto dal libro “Un giullare contro la mafia”… di cui vengono proiettate alcune tavole a fumetti e che si evolve con un percorso musicale declinato da Gerardo Ferrara (voce e percussioni) e dal maestro Tonino Macis (chitarra e mandoloncello) in una sorta di narrazione sonora “innestata” in un contesto di attualità e di impegno civile. “Facciamo finta che tutto va ben….”, perché la mafia è uno stato d’animo, è uno stato dell’essere, è essere in uno Stato comafioso… Il lavoro è impreziosito da una testimonianza video su Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato di Cinisi, realizzata da Salvatore Bandinu dell’Ass. Antimafia Peppino Impastato di Cagliari.
Saranno ospiti della serata Cocchiland con i suoi prodotti e i suoi piatti, e L”Azienda Agricola Giuliana Puligheddu col Cannonau bio Cupanera.
Contributo serata € 6,00 – disponibilità posti a sedere limitata, è consigliata prenotazione via mail.
Giovedi 10 maggio ore 20:30 May Mask presenta Giò Vescovi – “Il Blues che mi saltella dentro” – percorso di cultura Blues. Si apre la serata con la presentazione di due saggi “anatomia di un pensiero blues”, considerazioni analitiche sulle motivazioni storiche, geografiche e politiche,
“ROBERT LEROY JOHNSON. L’anima nera del blues” protagonista di una vita errante e solitaria, immersa nel peccato e nella perdizione, figlio dell’America rurale e profonda, pre-bellica.
A seguire la proiezione di un video-audio con letture fuori campo: “Esoterismo e occulto nel Blues di Robert Johnson” – Che cosa ci resta di Robert Johnson, (8 maggio 1911 – 16 agosto 1938)…? Solo tre fotografie, di cui due incerte, una chitarra Gibson L-1 messa in vendita per 6 milioni di dollari nel 2006 e 29 brani registrati in cinque session tra San Antonio (Texas) il 23, 26 e 27 novembre del 1936 e Dallas (Texas) il 19 e 20 giugno del 1937, il tutto immerso in mille leggende, tra patti col diavolo, incroci notturni, donne, alcol, fantasmi che vagabondano con “Greyhound”. Alcuni dei suoi brani sono riadattamenti di brani tradizionali ad esempio come “32-20 Blues”, ispirata da 22-20 di Skip James, scritte con la complicità dell’influenza di artisti come Son House, Charlie Patton e Willie Brown. Il suo canto è assolutamente unico, così come l’approccio rivoluzionario alla chitarra, fatto di accordature aperte, di sfumature jazz, e padronanza superlativa di slide e finger-picking. Anche la morte è avvolta in un’alone di mistero, la sua vera tomba non è stata ancora ufficialmente identificata. La sua musica è andata oltre……
Contributo serata € 6,00 – disponibilità posti a sedere limitata, è consigliata prenotazione via mail.
Venerdi 11 maggio ore 21:00 May Mask incontra L’Officina del Suono. La performance nasce come naturale evoluzione del progetto “Risonanze Armoniche” con il trio L’Officina del Suono. Le sonorità convenzionali e non si incontrano in una miscela sperimentale di melodia, armonia e rumore organizzato. Una performance improvvisativa che ricerca l’interazione tra gli strumenti convenzionali e le installazioni sonore realizzate da Angelo Sesselego. Non mancheranno i momenti in cui prevarrà l’aspetto compositivo classico strumentale al quale si misceleranno le sonorità delle installazioni.
Sabato 12 maggio ore 19:00 May Mask presenta (RI)NASCERE MADRE – mescolanze fotografiche di Gisella Congia. Il May Mask si apre all’arte come veicolo di messaggi sociali, dedicando uno spazio al processo che in questi anni ha portato Gisella Congia, psicologa e fotografa psicosociale cagliaritana, a scavare nei risvolti dell’esperienza materna, tra i suoi tabù, i suoi silenzi, i drammi e anche l’ironia che caratterizzano questa esperienza, troppo spesso incartata in false credenze e luoghi comuni che impediscono l’ascolto reale dei vissuti delle donne che diventano madri. All’interno della mostra sarà presentato anche il progetto sociale Il Club dei Genitori, realtà territoriale in work in progress sul supporto e sostegno alla genitorialità.