Madame Brulée in C’est la vie!- Le quotidiane acrobazie del vivere, è lo spettacolo che va in scena Venerdì al Teatro delle Saline. La rappresentazione fa parte del cartellone dell’edizione 2018 di “1 €uro festival”, organizzato e ospitato dalla compagnia Akròama.
Lo spettacolo racconta le vicissitudini di una donna comunemente straordinaria: Madame Brulée, governante/diva della Perdù Caravan Maison. Madame Brulée non è mai la stessa, eppure non cambia mai. Dal suo abito, formato da un cumulo di macerie incenerite a forma di montagnetta, spuntano mani e testa e pende ogni sorta d’oggetto: piatti e bicchieri bruciacchiati, vasi di fiori, gabbiette, un grammofono, cornici con vecchie foto, bambole di porcellana, fiocchi e nastrini, ventagli, lampadari, vecchie radio… ogni giorno il cumulo aumenta e lei sprofonda dentro sempre più. Ma la notte riesce a volare esile e leggera come un raggio di luna e ogni volta è diversa. In costante tensione tra il peso della realtà e la leggerezza dei sogni; tra cadute vertiginose e voli inebrianti, Madame Brulée e i suoi sogni d’amore, mescolati al caffè latte della mattina e all’umido da buttare la sera (…) Suo marito Monsieur Pas Mal è al lavoro oppure è già uscito con la fidanzata, i loro figli Riquet e Ginette sono a scuola, le amiche Coqui et Coquette attaccate allo smart phone e il suo cane Pierrot si accoppia con tutte le cagnette del parco, mentre lei fa yoga appesa ad un ramo. Lo spettacolo su “Madame Brulée” è di e con Virginia Viviano. L’artista firma anche testo, regia e costumi.
Sabato 12 maggio, sempre alle 21, la compagnia Danza Estemporada presenta “Anime perdute”.
Geni e storia. Leopardi, Caravaggio, Beethoven. Tre artisti. Tre epoche differenti. Tre discipline diverse. Cosa li avvicina? La Luna e l’essere uomini doppi quasi affetti da licantropia. Questa la fonte di ispirazione che mi spinge ad indagare sulle loro anime perdute ai loro tempi e ritrovate ai posteri. La luce di Caravaggio, la musica di Beethoven e i versi di Leopardi per uno spettacolo che si preannuncia come un vero e proprio inno alla luna, o meglio, un omaggio alla ricerca di se stessi in un mondo in cui troppo spesso si è costretti a vivere di luce riflessa. Nato dopo un intenso lavoro di oltre un anno, tra studio, ricerca e composizione, lo spettacolo indaga l’esistenza di tre grandi artisti, diversissimi tra loro per formazione, cultura, nazionalità, ma tutti accomunati dalla fascinazione per la luna e dalla condizione di uomini ‘doppi’ definiti per questo “licantropi dell’arte”.