TRA POCHI GIORNI IN GAZZETTA UFFICIALE IL TESTO RIFORMATO: RIORGANIZZATO E SEMPLIFICATO IN PROFONDITÀ L’ORDINAMENTO DELL’ATENEO.
Il consiglio di dipartimento, dove entrano per la prima volta anche gli studenti, diventa il cuore della nuova direzione organizzativa. Il protettore alla semplificazione e innovazione amministrativa, Pietro Ciarlo “il nostro statuto così riformato può essere un modello per molti altri atenei: dobbiamo esserne orgogliosi”
Tra pochi giorni verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo riformato dello Statuto dell’Università di Cagliari: si tratta di una riforma molto innovativa che riorganizza e semplifica in profondità l’ordinamento dell’Ateneo.
D’ora in poi il Rettore verrà eletto in soli due turni, il secondo dei quali con il ballottaggio: questo sistema elettorale rapido e semplice è stato adottato per quasi tutte le cariche monocratiche. “I bizantinismi accademici non abitano più qui – commenta Pietro Ciarlo, Prorettore delegato per la semplificazione e l’innovazione amministrativa, che ha lavorato con gli uffici e l’attuale governance dell’Ateneo al nuovo Statuto– Le semplificazioni non vanno a detrimento della democrazia, anzi la democrazia interna è valorizzata dalle semplificazioni”.
Il Consiglio di dipartimento diventa il cuore pulsante della nuova organizzazione rappresentativa: finalmente anche gli studenti sono chiamati a farne parte e tutti i direttori di dipartimento saranno automaticamente componenti del Senato accademico. I direttori sono costruiti – nel testo del nuovo Statuto – come i rappresentanti al centro di tutto il corpo universitario. “Le forme della democrazia si ricongiungono alla sostanza dei rapporti – spiega ancora il prof. Ciarlo – L’asse principale della governance dell’Ateneo viene ricondotta, quindi, al rapporto immediato, diretto, continuo tra direttori di dipartimento e Rettore”.
Ispirandosi agli stessi principi sono state semplificate numerose altre procedure decisionali dei collegi. “I nostro Statuto così riformato – conclude il Prorettore – può essere un modello per molti altri Atenei: dobbiamo esserne orgogliosi”.