Legge sulla lingua Sarda: le principali novità in 12 punti
La legge sulla disciplina della politica linguistica Sarda, approvato oggi dall’Aula, è stata elaborata secondo tre grandi finalità, tra loro intimamente connesse:
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riattivare la trasmissione intergenerazionale delle competenze linguistiche (mediante vari strumenti);
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fornire la disciplina di dettaglio per le competenze trasferite dallo Stato alla Regione dal D. Lsg n. 16/2016 di attuazione dello statuto speciale in materia di insegnamento e pubblica amministrazione (mediante il quale, seppur in modo mediato, la specificità linguistica dell’isola ha fatto per la prima volta il suo ingresso nello Statuto sardo);
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garantire uno status ufficiale alla lingua Sarda, ed a superare lo stigma negativo che accompagna l’idioma dell’isola di modo che ritorni ad essere “la lingua del futuro” e il fattore centrale di ogni modello di sviluppo.
Sinteticamente, le principali novità possono essere così riassunte:
1) E’ la prima sostanziale legge di disciplina organica della lingua sarda e delle altre lingue della Sardegna (catalano, gallurese, sassarese, tabarchino) nella storia dell’Autonomia: essa prevede, per ciascuna di queste, il maggiore grado di tutela compatibile con l’ordinamento giuridico vigente;
2) piano quinquiennale degli interventi, legato al programma di legislatura (circa euro 4.000.0000 complessivi per l’esercizio in corso) e a indagini socio-linguistiche a carattere biennale sul quale orientare le prioità e correggere il sistema;
3) partecipazione pubbica al centro della policy linguistica (conferenze annuali sulla lingua sarda; possibilità di sottoporre a dibattito pubblico atti normativi in materia di Consiglio e Giunta regionale; previsione di sondaggi demoscopici e allargamento alla società civile della Consulta de su Sardu)
4) Certificazione linguistica: avviato il percorso che porterà ad una certificazione delle competenze linguistiche (per docenti, operatori, funzionari pubblici, ecc.) secondo il quadro di riferimento europeo come avviene per tutte le lingue del mondo;
5) Rete regionale degli sportelli linguistici: la Regione assicurerà, grazie alla previsione di un modello organizzativo del tutto innovativo, l’effettività dei diritti linguistici previsti dalla L. n. 482/99 in modo capillare e omogeneo su tutto il territorio regionale, lasciando alle autonomie locali il compito di adottare ulteriori misure di tutela;
6) Consulta de su sardu: di composizione mista, questo organismo avrà il delicato compito di disegnare il “sardo normato”, attraverso la definizione di una norma linguistica di riferimento e di una norma ortografica, e di fornire consulenza scientifica agli organi di governo;
7) Previsione della conoscenza della lingua per i pubblici concorsi del Sistema – regione: mediante apposito articolo di modifica della L.R. n. 31/98, questa legge avvia un percorso verso una “pubblica amministrazione bilingue”, come avviene in altre comunità linguistiche meglio tutelate (a cominciare da Trentino e Val d’Aosta);
8) Regionalizzazione di una quota dei piani di studi: attuazione della Riforma Moratti sulla quota regionale dei piani di studio (la Sardegna, con questa legge, è una delle pochissime regioni ad averlo fatto), mediante emanazione di indirizzi che renderanno possibile, ad esempio, insegnare finalmente la storia sarda nelle scuole della Regione, come richiesto da anni e a gran voce da numerosi attori del settore;
9) Coordinamento regionale dei compiti delle scuole in materia di insegnamento della lingua sarda e catalana: la Regione eserciterà tale delicatissima competenza mediante un organismo paritetico con l’Ufficio scolastico (l’Obreria pro s’imparu de su sardu) che detterà delle linee guida su tempi, modalità, monitaraggi e verifiche dell’insegnamento delle lingua sarda e catalana. La legge prevede sul punto insegnamento in orario curriculare, laboratori didattici e la presenza di Tutor formati appositamente per fornire sostegno a docenti e famiglie, misure, queste ultime, estese anche a gallurese, sassarese e tabarchino;
10) Registro regionale dei docenti di lingua sarda catalana: la legge istituisce un elenco dei docenti di lingua sarda per la ricognizione delle competenze e il relativo utilizzo da parte delle scuole;
11) Verso una tv e una radio interamente in lingua sarda e articolazione di contributi a mass media, editoria, strumenti informatici e web non a pioggia ma parametrati al reale utilizzo della lingua;
12) prima disciplina delle espressioni artistiche in lingua sarda nella storia dell’Autonomia e attribuzione delle relative competenze all’ISRE