Arriva a Cagliari il grande evendo del Sardegna Pride, coloratissimo corteo dedicato all’orgoglio delle persone lgbt
Dopo i 40 giorni della Queeresima che ha coinvolto tantissime associazioni con più di 30 eventi sul tema della visibilità arriva l’evento più atteso: sabato 7 luglio Cagliari ospiterà il Sardegna Pride, corteo che partirà da via Sant’Alenixedda e attraversando la città accompagnato da musica e spettacoli raggiungerà piazza Yenne.
L’appuntamento, a cui è invitata tutta la cittadinanza, è organizzato dal Coordinamento Sardegna Pride, che riunisce, sotto la guida di Arc onlus, le realtà che si occupano di diritti civili nell’Isola: Mos – Movimento omosessuale sardo, Famiglie Arcobaleno, Agedo, Unica Lgbt, Sardegna Queer, Gaynet, Cgil Ufficio nuovi diritti. È prevista la partecipazione di migliaia di persone e la presenza di associazioni, comitati, gruppi artistici e teatrali che hanno aderito al documento politico del Sardegna Pride 2018.
“Questo grande corteo, che è sicuramente un colorato momento di festa, è in primo luogo un’occasione di rivendicazione politica – scrive il coordinamento Sardegna Pride. – Il documento politico, che contiene in maniera sintetica le istanze che chiediamo al governo e su cui invitiamo l’opinione pubblica a riflettere, è disponibile sul sito SardegnaPride.it. Da 49 anni infatti in tutto il
mondo si celebra la prima ribellione contro la polizia avvenuta nello storico locale Stonewall Inn di New York. Al grido di ‘Esistiamo, resistiamo!’ il movimento Lgbt e queer della Sardegna intende rimarcare la propria esistenza, e il diritto a una libera affermazione della propria soggettività in tutti contesti, lavoro, famiglia, scuola e in tutti luoghi laddove esistano ostacoli alla propria autodeterminazione. Le tematiche di genere sono scomparse dall’agenda politica durante la passata campagna elettorale, ma mai avremmo pensato che nel governo cosiddetto del cambiamento il ministro della famiglia Lorenzo Fontana ci facesse persino tornare indietro, imponendo il modello (presunto) tradizionale di famiglia su tutte le altre forme di relazioni significative fra le persone. Scomparire completamente
dal dibattito pubblico e ritornarci come persone oggetto di discriminazione e sberleffo, da parte di esponenti pubblici e politici, comporta sia la messa in discussione dei diritti, sia la creazione di un terreno fertile per razzismo, sessismo e omofobia”.
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