Al Festival Time in Jazz l’ensemble Seacup a San Teodoro , TriApology a San Pantaleo , e in serata Enrico Rava inaugura i concerti sul palco “centrale” di piazza del Popolo a Berchidda
Il Festival Time in Jazz entra nel vivo della sua trentunesima edizione con una quinta giornata ricca di musica e eventi dal mattino a notte fonda, domenica 12, tra Berchidda, paese natale del suo ideatore Paolo Fresu, e altri sedici centri sparsi nel nord Sardegna.
Si comincia in mattinata a San Teodoro (alle 11 nella chiesa di San Teodoro) con l’ensemble Seacup, composto da un quartetto d’archi – Ilaria Lanzoni al violino, Clara Garcia Barrientos alla viola, Naomi Berrill al violoncello e alla voce, e ancora Gabriele Evangelista al contrabbasso – arricchito dalla presenza creativa di batteria, elettronica e voce di Stefano Tamborrino, principale artefice dell’opera di composizione, e dalle ance (sassofono e clarinetto) dell’americano (ma ormai trapiantato in Italia) Dan Kinzelman. L’attenzione al suono e un’eccezionale capacità di legare il repertorio con grande coerenza sonora, sono il filo conduttore che permette a questi musicisti di mescolare continuamente le carte in gioco senza risultare mai privi di un obiettivo comune tra le linee un impianto architettonico mai sottomesso a precisi schemi accademici.
Si resta sul versante orientale del nord Sardegna per l’appuntamento pomeridiano: alle 18 il festival fa infatti tappa a San Pantaleo, frazione di Olbia, nella chiesa di San Pantaleo, per il concerto di TriApology, formazione sotto la cui insegna si riconoscono il sassofonista Vincenzo Saetta, il chitarrista Michele Penta e il batterista Ernesto Bolognini. Un sodalizio nato dall’esigenza di sperimentare un sound ibrido, avvalendosi dell’elettronica come baricentro sonoro, mantenendo il suono di origine acustica del trio senza basso. L’anno scorso a maggio è uscito per la Tŭk Music l’album d’esordio, “Rockinnerage”, dove i tre propongono un repertorio di matrice rock ma con un approccio jazzistico, spaziando fra grandi hit di gruppi come Nirvana, Coldplay, Led Zeppelin e Police, dando forma a un sound contemporaneo che parte dal passato per fondersi con il suono elettrico della nostra era.
Tanti gli appuntamenti in programma a Berchidda. Nel primo pomeriggio, alle 15, nuovo incontro della serie “Periferie Urbane“, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”: domenica spetterà al chitarrista Francesco Diodati condividere la propria professionalità, creatività ed esperienza con la voce dei migranti, della popolazione locale e del pubblico del festival.
Sempre alle 15, negli spazi della Casara, edificio di recente restaurato e trasformato nella sede dell’Associazione Time in Jazz, apre i battenti la mostra CasArte – Casa d’Arte Time in Jazz, un’esposizione della collezione permanente di opere degli artisti sardi e internazionali frutto delle donazioni raccolte dall’associazione Time in Jazz nei suoi trent’anni di festival. La mostra sarà visitabile fino al 16 agosto dalle 15 alle 21.
Si inaugura invece alle 17.30, al Cinema Santa Croce, la rassegna di film e documentari di Time in Jazz curata e presentata da Gianfranco Cabiddu, che quest’anno, fino a mercoledì 15 (sempre alle 17.30), propone un suo percorso personale attraverso i film e documentari girati con materiali d’archivio del festival: primo titolo in visione, domenica 12, “Passaggi di Tempo – Il Viaggio di Sonos ‘e Memoria”, del 2006, diario di bordo di un’avventura umana e artistica, che, a partire dal ritrovamento di filmati d’epoca inediti sulla Sardegna, hanno portato all’incontro tra il regista e il trombettista Paolo Fresu: da qui nasce pian piano il concerto-spettacolo “Sonos ‘e Memoria”che da anni viene replicato in Italia e nel mondo.
Alle 19, al Bar Centrale, nuovo appuntamento con le presentazioni editoriali di Winebook: protagonistaSeverino Salvemini con il suo libro “Le liste degli altri. La musica amata da 139 italiani“ (Le Polene, 2018), in cui indaga sulle passioni musicali di oltre un centinaio di personaggi famosi, che raccontano i brani musicali che hanno accompagnato (e segnato) la loro vita.
Dopo la prima parata musicale della Fanfaraï Big Band per le vie del paese (ore 19.45), si accendono finalmente i riflettori sul palco centrale di Time in Jazz allestito, come sempre, in piazza del Popolo. Alle 21.30, il concerto inaugurale segna un collegamento ideale con la passata edizione del festival: è infatti Enrico Rava l’atteso protagonista del concerto già in programma l’anno scorso ma che il trombettista dovette cancellare poco prima per un imprevisto impedimento di salute. Autentica icona del jazz italiano, da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, Enrico Rava (classe 1939) è apparso sulle scene a metà degli anni Sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti esponenti del jazz europeo. La sua schiettezza umana e artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni; la sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una grande freschezza d’ispirazione, risaltano in tutte le avventure musicali del suo lungo percorso artistico costellato di dischi, concerti e tournée, collaborazioni prestigiose, riconoscimenti importanti. Il gruppo Tribe, con cui ha registrato l’omonimo album per l’ECM nel 2011, riunisce accanto alla sua tromba alcuni dei migliori talenti della scena jazzistica nazionale, ognuno con la propria storia e personalità stilistica: il trombonista Gianluca Petrella, il pianistaGiovanni Guidi, Gabriele Evangelistaal contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria.
Terminato il suo impegno con Rava Tribe sul palco di piazza del Popolo, Gianluca Petrella presenta nello spazio adiacente il primo dei quattro appuntamenti dopo concerto che, sotto il titolo “Time is over”, accompagneranno le notti berchiddesi con proposte ricche di groove e ritmiche africaneggianti ma anche hip-hop e scratch. Apre la serie il live set del batterista, compositore, dj e producer Andrea Benini con il vibrafonista Pasquale Mirra, l’uno creatore, l’altro elemento stabile del combo Mop Mop.
La giornata di lunedì (13 agosto) prende le mosse alle 11 a Telti, nella chiesa di Santa Vittoria, con il recente progetto Blackline di Francesco Diodati, chitarrista che ama sperimentare mescolando la tradizione con i linguaggi più contemporanei; ad affiancarlo la voce versatile e le tastiere di Leila Martial e il groove di Stefano Tamborrino (già applaudito nei giorni precedenti con il trio ClarOscuro e il progetto Seacup): ancora tre giovani talenti per un concerto sotto l’insegna di “Mediterranea”.
Il pomeriggio porta il pubblico del festival sulla costa, a Porto Taverna, in territorio di Loiri Porto San Paolo, per ascoltare, alle 18, un nuovo trio inedito, con Enrico Zanisi al pianoforte, il contrabbassista abruzzese Luca Bulgarelli e il trombettista sardo (classe 1986) Francesco Lento: due nomi, questi ultimi, che ritroveremo l’indomani (martedì 14) a Ploaghe nel quartetto di Gegé Munari.
Dopo una nuova parata della Fanfaraï Big Band per le strade del paese (alle 19.45), la seconda serata in Piazza del Popolo vede sul palco, alle 21.30, il trombonista svedese Nils Landgren conla sua esplosiva Funk Unit. Accanto al suo tipico trombone rosso saranno sul palco di Time in Jazz Jonas Wall al sax, Petter Bergander alle tastiere, Andy Pfeiler alla chitarra, Magnum Coltrane Price al basso e Robert Ikiz alla batteria.
Al termine, ancora musica con il secondo appuntamento di “Time is over”, il momento post-concerto curato da Gianluca Petrella: protagonista, in questa occasione, Tommaso Cappellato, produttore, musicista, dj e compositore capace di spaziare dalla free-form techno alle produzioni hip hop e all’improvvisazione jazz, con il suo progetto solista “Aforemention”.
Non solo musica a Time in Jazz: alle 15, negli spazi della Casara prosegue la mostra CasArte – Casa d’Arte Time in Jazz, un’esposizione della collezione permanente di opere degli artisti sardi e internazionali frutto delle donazioni raccolte dall’associazione Time in Jazz nei suoi trent’anni di festival, visitabile fino al 16 agosto dalle 15 alle 21.
Al Cinema Santa Croce, alle 17.30, secondo appuntamento con la rassegna di film e documentari di Time in Jazz curata da Gianfranco Cabiddu, con “TIJ E2” (di Gianfranco Cabiddu e Ferdinando Vicentini Orgnani) sui primi vent’anni del festival.
Si rinnova per la quarta volta anche l’appuntamento con Winebook, che lunedì(alle 19), al bar K2 di Berchidda, vede il ritorno a Time in Jazz (dopo esserne stato tra i protagonisti dei concerti nel 2015) del compositore, musicista e musicologo Enrico Merlin, questa volta nelle vesti di autore ed esperto della musica di Miles Davis, per presentare la sua recente opera “Miles Davis 1959. A day-by-day Chronology“.