Reading liberamente ispirato all’opera di Maria Lai “Tenendo per mano l’ombra”. Appuntamento venerdì 31 agosto 2018 ore 18.30
Pinacoteca Comunale di Atzara “Antonio Ortiz Echague” piazza Antonio Ortiz Echague 1, Atzara (NU)
“Per filo e per segno” piccolo spettacolo di teatro, pensato appositamente per musei e biblioteche e liberamente ispirato alla fiaba cucita di Maria Lai “Tenendo per mano l’ombra”.
Lo spettacolo tratta il tema della diversità, affrontato attraverso un viaggio di ricerca identitaria, condizione peculiare dell’artista e di qualunque persona che, pur riconoscendo i valori derivanti da ciascuna tradizione, non rinuncia a vivere la propria esistenza in maniera critica e creativa.
La prima versione di “Per Filo e per Segno” è stata presentata nel 2006 al Festival del libro di Gavoi.
Produzione Teatro Laboratorio Alkestis
Omaggio teatrale dedicato a Maria Lai
Con Sabrina Mascia e Andrea Meloni
Testo e regia di Andrea Meloni
Biografia
Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919 – Cardedu, 16 aprile 2013) è stata un’artista italiana. Il Museo d’Arte Contemporanea la Stazione dell’arte ha la più grande collezione pubblica di opere dell’artista. Con Legarsi alla montagna realizza la prima opera di Arte relazionale a livello internazionale.
Nel 1939 decide di stabilirsi a Roma per studiare al Liceo Artistico, dove segue le lezioni di Marino Mazzacurati.Nel 1943, a causa della guerra decide di lasciare Roma, e si trasferisce a Venezia per frequentare l’Accademia di Belle Arti con Arturo Martini.
Nel 1945 fugge precipitosamente da Venezia e dopo un breve periodo a Verona torna in Sardegna; a Cagliari dall’anno successivo insegna all’Istituto Tecnico femminile fino al 1949.
Nel 1947 conosce a Cagliari Giuseppe Dessì.
Espone diverse volte a Cagliari e poi, nel 1957 espone alla Galleria L’Obelisco di Roma a cura di Marcello Venturoli.
Fino al 1961 riceverà notevoli successi e riconoscimenti sia a Roma che in Sardegna.Per circa dieci anni ci sarà una fase di silenzio, continua a vivere a Roma ma si rifiuta di esporre nonostante i continui stimoli di Marcello Venturoli, grande estimatore del suo lavoro.Nel 1971 espone e Roma alla Galleria Schneider a cura di Venturoli diversi telai. Ricomincia ora una fase molto prolifica per la sua arte, espone in diversi musei e gallerie e alla Biennale di Venezia in una collettiva curata da Mirella Bentivoglio. Nel 1981 si svolge a Ulassai “Legarsi alla montagna”, la performance collettiva per la quale è oggi più nota.
Nel 1982 realizza la Via Crucis per la chiesa di Ulassai e con Costantino Nivola, Guido Strazza e Luigi Veronesi il “Lavatoio di Ulassai”, che varrà completato nel 1989.
Nel 1983 continua con gli interventi sul territorio a Orotelli con “L’alveare del poeta” , opera dedicata a Salvatore Cambosu e “La disfatta dei varani” a Camerino in provincia di Macereata. Fra il 1992 e il 1993 realizza a Ulassai “ La strada del rito”, “Le capre cucite” e “La scarpata”.