MIGRANTI: UECOOP/IXE’, 1 ITALIANO SU 3 BOCCIA ASSISTENZA SENZA LAVORO
Per quasi 1 italiano su 3 fra i problemi legati alla gestione dei migranti è che sono assistiti e non lavorano. E’ quanto emerge dal sondaggio Uecoop/Ixè sull’atteggiamento che bisognerebbe avere nei confronti degli stranieri considerati però una risorsa per il Paese dalla metà degli italiani. Il lavoro – sottolinea l’Unione europea delle cooperative Uecoop – diventa quindi un vero e proprio spartiacque fra ostilità e accoglienza, fra clandestinità e integrazione perché con il lavoro regolare – continua Uecoop – lo straniero trova una sua collocazione nella società, evita il rischio di cadere nelle mani della malavita, sfugge alla povertà, partecipa alla crescita delle comunità oltre a pagare le tasse e i contributi pensionistici. In questo senso – continua Uecoop – le coop italiane svolgono una funzione strategica tanto che oltre 45mila immigrati lavorano nel mondo delle cooperative con una crescita del 10,9% negli ultimi cinque anni e sono aumentate anche le imprese cooperative gestite da stranieri, dall’edilizia all’assistenza socio sanitaria, dal commercio ai servizi di pulizia arrivate a 5.248 con un balzo del 14,6% dal 2013 a oggi.
UE.COOP – Unione Europea delle Cooperative, è stata riconosciuta quale associazione nazionale di promozione, assistenza e tutela del movimento cooperativo con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 24 aprile 2013 (G.U. n. 102 del 03.05.2013) ai sensi dell’art. 3 del decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220 ed iscritta al Registro Persone Giuridiche n.920/2013 del 15/03/2013.
Le cooperative ad oggi aderenti a UE.COOP sono oltre 4.000 distribuite su tutto il territorio nazionale ed operano in tutti 14 i settori dell’albo competente, con particolare rilevanza per quanto riguarda i settori della cooperazione sociale, dei servizi, della produzione lavoro, dell’agroalimentare e della pesca e alla quale fanno capo oltre mezzo milione di soci.
Su volontà del Consiglio Nazionale di UE.COOP e secondo quanto previsto dallo Statuto nel corso del 2015, si sono costituite le associazioni e le sezioni regionali in modo da strutturare su tutti i livelli regionali la propria rappresentanza politica.