Entra nel vivo il progetto di ampio respiro POETAS ‘E LUXI– POETS OF LIGHTS – POETI DI LUCE
Tre associazioni: Anfiteatro Sud di Capoterra (capofila), Teatro Bocheteatro di Nuoro e Teatro Tragodia di Mogoro, tre paesi uniti per parlare di teatro, autori di luce, ovvero autori che hanno illuminato la nostra terra, quali Grazia Deledda, Antonio Gramsci e Sergio Atzeni. Tre grandi poeti che ora saranno protagonisti degli spettacoli. Significativa anche la scelta dei territori: Nuoro per Grazia Deledda, Mogoro per Antonio Gramsci, Capoterra per Sergio Atzeni.
Poeti famosi in tutto il mondo saranno così raccontati attraverso Poetas ‘e Luxi in paesi della Sardegna con i quali hanno un forte rapporto identitario.
IL QUINTO CANTO È L’ADDIO
Una produzione Anfiteatro Sud. Scrittura di scena, ideazione quadri performativi e coreografici, regia Susanna Mameli, Scenografia e costumi Susanna Mameli, Supervisione e contributo coreografie Theo Piu, con i performer Alessia Loddo e Stefano Camba, progetto video mapping Michele Pusceddu, penna grafica Carol Rollo, Tecnico Andrea Piras.
Liberamente ispirato al canto quinto della Divina Commedia di Dante Alighieri
Al quinto passo e l’addio, di Sergio Azeni, lo spettacolo è una scrittura di scena frutto di una ricerca sulla luce che si esprime attraverso gli straordinari effetti del videomapping e della penna grafica applicati alla scena teatrale realizzati nel progetto Poetas e Luxi.
GRAMSCI? NON MI INTERESSA
È invece la domanda racchiusa nel titolo della produzione del Teatro Tragodia di Mogoro, opera istintiva di Virginia Garau e Caterina Peddis. Regia Virginia Garau, Musiche Originali Paolo Congia, Scenografia Teatro Tragodia, Video Mapping Michele Pusceddu, Penna Grafica Carol Rollo, Tecnico Ulisse Sebis.
Uno spettacolo dai tratti originari che nasce dal senso di responsabilità di dover descrivere Gramsci a Teatro. La creatività e l’ispirazione spinge l’autrice ad un paragone con luxi un altro personaggio ancora misterioso. Ma è proprio da questo azzardo che prende forma lo spettacolo, con una prima parte ironica e una seconda parte in cui Gramsci prende il sopravento e si mostra nella sua grandezza.
FIGLIA DEL VENTO
Produzione Bocheteatro. Testo di Giovanni Gusai, Adattamento drammaturgico e Regia di Monica Corimbi con Monica Corimbi e Stefania Coro. Progetto video mapping – Michele Pusceddu, Video e luci – Pierluigi Manca e Gianluca Usala, Penna grafica – Carol Rollo, Costumi – Desacré.
Figlia del vento è l’evocazione di un presagio. La narrazione non della vita luxi, né delle opere, né del lascito di Grazia Deledda. È la messa in scena di una volontà estrema e inattaccabile: cambiare la percezione che il mondo aveva della Sardegna, cambiando la percezione che le donne avevano di se stesse. Quindi un dialogo fra donne (potrebbero parlarne forse gli uomini?): surreale e fantastico, in qualche modo soprannaturale, per evocare la ferma volontà femminile di rendere unica una figlia, una barbaricina, una donna – altrimenti condannata a essere una qualunque.