La cipolla di San Giovanni Suergiu entra a far parte dell’elenco Nazionale dei prodotti tradizionali, croccante e altamente digeribile
La specialità della cittadina del Sulcis ha ottenuto il riconoscimento ministeriale Pat, Prodotto Alimentare Tradizionale. La certificazione che ne attesta origine e qualità è frutto di una sinergia tra l’amministrazione comunale guidata da Elvira Usai, l’antropologa Alessandra Guigoni, che ha seguito l’iter per Regione e Ministero, il Comitato per la festa patronale del paese, l’apporto di cinque giovani agricoltori di San Giovanni Suergiu.
Sole, sabbia e speranza. Il Sulcis ritrova il suo “tesoro” e un
territorio rinasce. Nei campi abbandonati tornano vita e speranza. A inizio novembre comincia la semina. Il “tesoro del Sulcis” era custodito nelle case di pochi, sapienti e centenari contadini. Un seme antico, prezioso e
dimenticato, quello della Cipolla. Un piccolo e dolce frutto di una terra sabbiosa e assolata, perennemente in attesa della pioggia.
Inizio di novembre è tempo di semina per quei terreni del Basso
Sulcis, profondo sud Sardegna, sui quali passeranno acqua, vento e
salsedine per almeno 6 mesi prima che, da aprile fino al 24 giugno per
San Giovanni Battista, i contadini comincino a cavare questo
concentrato di dolcezza e croccantezza, un frutto ipocalorico e
diuretico, con proprietà organolettiche uniche. Di questa cipolla, autoctona di questo territorio, si erano perse le tracce e i semi ma non la memoria. Quest’ultima viveva nei lucidi ricordi dei centenari che tramandano storie centenarie, tradizioni millenarie ed esperienze di vita nei campi.
Tutto sembrava doversi fermare lì. In seguito grazie alla tenacia della Sindaca, Elvira Usai, ha dato il via a un progetto di rinascita
e valorizzazione. Questa idea trova subito terreno fertile nel
“Comitato cittadino per la Biodiversità” che, insieme alla
collaborazione di tutta la popolazione si attiva per la ricerca. Tutto il lavoro si concretizza in un disciplinare per la coltivazione, la promozione e la vendita. L’Amministrazione Comunale continua il supporto al progetto favorendo anche l’individuazione dei terreni, rigorosamente all’aperto, nei
quali mettere a dimora il “piccolo tesoro ritrovato”.
Da quel momento si susseguono gli impegni per la tutela, la
promozione, la coltivazione e la vendita. Tuttavia arrivano anche i “prodotti falsi”, spacciati come prodotti PAT ma che, in realtà, provengono da altre parti del mondo. La Sindaca, quasi con un “atto di forza”, nel giro di 2 giorni disegna e registra il marchio, lo assegna ai 5 unici, per ora, produttori certificati: la cipolla è salva e vola al Salone del Gusto di Torino.