La Testing Week, volta a promuovere i test per la diagnosi dell’HIV e delle epatiti virali, due giornate di prevenzione a Cagliari
Lila Cagliari aderisce per il terzo anno consecutivo all‘European Testing Week, la più grande campagna internazionale di promozione del test rapido per Epatite e Hiv, dal 23 al 30 novembre in oltre 50 paesi dell’Europa continentale saranno attivi 739 punti di test. In Sardegna, Lila Cagliari è l’unica organizzazione aderente con due eventi: il giorno sabato 24 novembre dalle 16 alle 19 e venerdì 30 novembre dalle 17 alle 20. Nella sede in via Dante n°16 sarà possibile sottoporsi a un test salivare per la ricerca degli anticorpi senza passare da un ospedale e senza prelievi di sangue.
Quest’anno anche l’UnAids, l’organizzazione Onu che combatte Aids e Hiv ha lanciato una campagna globale con lo slogan “Know Your Status” (Conosci il tuo stato) per invitare le persone a fare il test. Lila Cagliari aderisce potenziando il servizio di test non ospedaliero. L’équipe di volontari composta da medici, psicologi e operatori sociali sarà disponibile per tutte le persone che vorranno accedere al servizio con colloqui di supporto e orientamento su tutti i temi come prevenzione, salute, diritti, nonché un eventuale accesso “facilitato” ai centri clinici qualora necessario.
Un’opportunità unica in Sardegna per incoraggiare al test quanti, inconsapevoli del proprio stato sierologico, non si siano mai rivolti, e non si rivolgerebbero, alle strutture tradizionali per vari motivi: orari di apertura, costo dei servizi, richiesta di documenti d’identità.
Nella regione europea dell’OMS le persone con epatite B e C sono stimate, in quindici e quattordici milioni, la grande maggioranza non diagnosticate e, dunque, senza una cura. Tra loro, solo il 3,5% riceve i trattamenti necessari, nonostante esistano cure innovative che possono portare a una completa guarigione. Chi scopre di avere l’HIV e accede alle terapie Antiretrovirali, pur non “guarendo”, può però mantenere uno stato di salute e un’attesa di vita molto simili a quelle della popolazione generale. I trattamenti odierni possono, inoltre, abbassare la presenza di virus nel sangue a livelli tali da renderlo non più rilevabile. Nel nostro paese una quota preponderante delle oltre 100 mila persone con HIV in cura presso i centri d’infettivologia, tra l’85% e il 95%, è in soppressione virologica, dunque, non infettiva. I maggiori rischi di trasmissione giungono invece da quella fascia di popolazione che non sa di avere l’HIV.