Claudio Morganti al Teatro Massimo di Cagliari con due appuntamenti aperti al pubblico e gratuiti
Un grande protagonista della scena ospite di Sardegna teatro al Teatro Massimo di Cagliari con due appuntamenti aperti al pubblico e gratuiti: una conferenza spettacolo condotta insieme a Piergiorgio Giacchè, insegnante di Antropologia del teatro e dello spettacolo (27 novembre ore 17.30) e un incontro con la drammaturga Rita Frongia (29 novembre ore 19).
L’1 e il 2dicembre in scena con la compagnia “Esecutivi per lo spettacolo”nella regia di “Freier Klang” sempre per la drammaturgia di Rita Frongia. Claudio Morganti, allievo di Carlo Cecchi, nel 1979 forma con Alfonso Santagata la compagnia Santagata-Morganti, di cui ricordiamo ancora Katzenmacher,Buchner mon amour, Hauser Hauser e la messa in scena de Il calapranzi di Harold Pinter con la regia dello stesso Cecchi (premio della critica e premio Ubu). Dal 1993 ha fondato una propria compagnia iniziando un percorso personale sull’opera di Shakespeare, Beckett, Pinter. Da sei anni, con Rita Frongia, lavora intorno all’opera di Buchner.
Nel 2006 fonda il “Libero Gruppo di studio d’Arti Sceniche”. Vi prendono parte una trentina di artisti della scena. Il lavoro del gruppo è di ordine prevalentemente teorico. Tutt’oggi si riunisce periodicamente. Pubblica il “Serissimo metodo Morg’hantieff per attori e spettatori”. Nel 2012 riceve il premio Ubu. Oggi lavora prevalentemente come regista.
Teatro Massimo sala m2
27 novembre ore 17,30 – ingresso libero
Si cercherà di scrostare pregiudizi e fuggire dai luoghi comuni sotto i quali il concetto di “improvvisazione” continua a rimanere(forse irrimediabilmente) sepolto. Una conferenza spettacolo, un sereno viaggio tra l’improvvisazione musicale e l’improvvisazione teatrale. Si cercherà di parlare di entrambe attraversandone similitudini e differenze. Derek Bailey definisce l’improvvisazione come la “celebrazione dell’attimo”, mentre Paul Klee racconta della necessità di portare a spasso un punto.
E l’attore? Possiamo dire che l’attore è colui che genera inizi?Come può l’attore portare a spasso un punto se quel punto è l’attore stesso? L’attore deve dunque farsi vago? E come, se il terreno che attraversa (quello del teatro) non assomiglia affatto ad un foglio liscio e bianco ma piuttosto ad una discarica? La serata si articolerà in quattro parti: Captatio benevolentiae (una breve chiacchierata geografica sulla “lecture performance”), conferenza su improvvisazione, Intervento di Piergiorgio Giacchè (antropologo), lettura di una scena del Woyzeck
TeatroMassimo sala m3
29 novembre ore 19 – ingresso libero
A partire dal movimento di una piantina di pomodoro, sfiorando il mondo del tango, pescando nel pensiero e nell’opera di artisti viventi e non, parlare dell‘umanescenza che,come il teatro, attraversa vita e scena. Una conferenza spettacolo, una riflessione poetica e teorica intorno all’arte della scrittura drammatica.
TeatroMassimo sala m2
1 dicembre ore 19
2 dicembre ore 17 – intero7€ ridotto 5€
Abbiamo elaborato i materiali per la scena a partire dallo studio di teorie ed all’ascolto della musica aleatoria di grandi autori del Novecento.
Il nostro canto, la nostra musica – sul palcoscenico- è data dalla modulazione delle relazioni e la forza che più ci ha modificati è l’estrema sottigliezza del confine fra la forma parlata e la forma in musica. La forma drammatica che ne è risultata è questa: tre musicisti eseguono un concerto di musica aleatoria con strumenti musicali e senza. Il gioco drammatico prevede che dall’ingresso in scena alla loro uscita, ogni battuta, azione,rumore, suono, tempo, dovrà essere trattato in termini di composizione musicale.
Dove comincia la presentazione di un pezzo? Dove ha fine?
Quando comincia la musica, quanto termina? Il dire è cantare o il cantare è dire?E quest’atto poetico, che azione ha sulla storia del mondo?
Poiché le nostre prassi del quotidiano sono perennemente in bilico fra dissonanza e armonia, come allenare lo sguardo per fuoriuscire dalla categoria di giudizio bello/brutto così come lo abbiamo appreso?
Ciò che è bello, potrebbe non esserlo in un altro contesto? E ciò che riteniamo brutto, lo è davvero?
Che cosa è musica?
Il nostro sguardo estetico può trovare lo stupore dell’innocenza? La gioia dell’imprevisto?
Dell’irriproducibile?