A 80 anni dalle leggi razziali, l’Università di Cagliari organizza una giornata per ricordare tre docenti dell’ateneo espulsi perché ebrei
Il giorno Giovedì 29 novembre l‘Università di Cagliari organizza una giornata di studi per ricordare tre docenti – Doro Levi, Alberto Pincherle e Camillo Viterbo – che furono espulsi dall’Ateneo in seguito alle leggi razziali volute dal regime fascista nel 1938. All’iniziativa, voluta dal Rettore Maria Del Zompo e realizzata con il Dipartimento di Storia, Beni culturali e territorio, parteciperanno i due figli del prof. Pincherle, Giovanni Alberto e Marcella.
L’inizio dell’incontro, che sarà coordinato dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi, è fissato per le ore 17 con gli interventi del Rettore su “L’importanza di un ricordo”e del Direttore del Dipartimento, Francesco Atzeni, su “Le leggi razziali del 1938: il caso dell’Università di Cagliari”. A seguire, alle 18.30, il Rettore inaugurerà la Mostra allestita per l’occasione nell’atrio del Palazzo del Rettorato, in via Università 40, che espone per la prima volta documenti dell’Archivio storico dell’Ateneo, dell’Archivio Centrale dello Stato e dell’Archivio di Stato di Cagliari. L’ingresso è libero.
Le leggi razziali fasciste furono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari) applicati in Italia fra il 1938 e il primo quinquennio degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana. Esse furono rivolte prevalentemente contro le persone di religione ebraica. Il loro contenuto fu annunciato per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste da Benito Mussolini, da un palco posto davanti al Municipio in Piazza Unità d’Italia, in occasione di una sua visita alla città.