L’Acit Cagliari invita alla proiezione del film Styx di Wolfgang Fischer sulla famiglia nella Germania di oggi
Martedì 18 dicembre 2018 alle ore 21:15 al Cinema Odissea, in Viale Trieste 84, Cagliari, la rassegna Cinema tedesco oggi dell’Acit si chiude col film Styx (Stige, Germania/Austria 2018) di Wolfgang Fischer. L’opera, che ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti in Germania, Austria e Itallia, affronta il tema quanto mai attuale della migrazione. Interviene alla proiezione la sceneggiatrice Ika Künzel. L’ingresso è libero e gratuito. Il film è in versione originale con sottotitoli in italiano.
La rassegna è organizzata col contributo di Goethe-Institut, Regione Sardegna e Comune di Cagliari e in collaborazione con Società Umanitaria-Cineteca Sarda e Spazio 2001.
Una dottoressa; Rike, decide di prendersi una pausa dal lavoro e di salpare in solitaria sulla sua barca a vela da Gibilterra ad un’isola incontaminata nell’Oceano Pacifico. Il suo viaggio sembra scorrere serenamente finché, dopo una brutta tempesta, si imbatte in un peschereccio arenato pieno di profughi africani in grave difficoltà. Alcuni di loro provano a raggiungerla, ma solo un giovane ragazzo ce la fa. Insieme cercano di chiamare i soccorsi che tardano ad arrivare, mentre la situazione si fa sempre più drammatica. La donna si troverà quindi ad un bivio: provare ad aiutare gli uomini e le donne bloccati sull’imbarcazione oppure farsi da parte ed aspettare aiuti adeguati. Fino a metà del film di Wolfgang Fischer non si capisce bene cosa voglia simboleggiare questo viaggio solitario in mare. Le immagini sono affascinanti e l’assenza di dialoghi aumenta le suggestioni di questa sfida alla natura incontaminata; ma un’avventura così estrema sembra essere destinata a celare qualcosa di più profondo. Ed infatti così è.
L’incontro con la barca alla deriva dei profughi fa scattare un meccanismo narrativo in cui entrano in conflitto umanità, sopravvivenza, giustizia e solidarietà. E se in una situazione di soccorso organizzato queste tematiche emergono comunque inevitabilmente, lo fanno con più potenza se ad essere coinvolta è la coscienza di un solo individuo. La solitudine elimina qualsiasi elemento estraneo a questioni strettamente umane e pone la problematica del soccorso in mare in una prospettiva nuova, originale dal punto di vista cinematografico. Non c’è pietismo nel racconto, non ci sono sovrastrutture nella costruzione del personaggio della protagonista: è una donna che si pone delle domande legittime sulla possibilità di un solo individuo di intervenire in uno stato di crisi di altre persone e che non riesce a trovare risposte da altri se non da se stessa. Il titolo del film è significativo: Styx, Stige in italiano, è infatti il fiume infernale dell’oltretomba greco e latino e dell’inferno dantesco. L’opera si avvale della straordinaria interpretazione di Susanne Wolff e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il Premio della Giuria Ecumenica al Festival di Berlino.