Viaggio tra le fonti testuali: anche la “lettera eretica” di Galileo al seminario di studi inerente il corso di laurea in Scienze dell’educazione e formazione Curato da Michele Camerota
Dopodomani, giovedì 10, dalle 15 alle 20, e venerdì 11 gennaio, dalle 9 alle 14, nell’aula “Motzo”- facoltà di Studi umanistici, via Is Mirrionis – si tiene il seminario di studi “Le fonti testuali nella storia della scienza: stampe, carteggi, manoscritti, traduzioni”.
Dalla Roma Barocca al mercato globale del libro nelle principali piazze europee passando per medicina ed erudizione, il paziente e i consulti medici, la lettera di Galileo Galilei a Castelli. Il percorso ospitato dal Dipartimento di pedagogia, psicologia e filosofia dell’ateneo di Cagliari, si compie con i contributi di alcuni grandi specialisti della disciplina provenienti da centri di ricerca e accademie di acclarata reputazione scientifica.
Tra questi, Sabina Brevaglieri (Johannes Gutenberg-Universität, Mainz), Oreste Trabucco (Museo Galileo, Firenze), Alessandro Ottaviani (Università Cagliari), Pietro Corsi (Oxford University), Marco Guardo (Accademia nazionale Lincei, Roma), Maria Conforti (Università La Sapienza, Roma), Antonio Clericuzio (Università Roma Tre).
Il seminario è curato da Michele Camerota, docente dell’Università di Cagliari, tra i principali esperti al mondo di studi, opere e storia galileiana. Ordinario di Storia delle scienze e delle tecniche nel corso di laurea in Scienze della comunicazione, il professor Camerota è balzato di recente alla ribalta internazionale per la “lettera eretica” di Galileo.
La lettera, di cui gli studiosi avevano perso le tracce, è quella in cui Galileo Galilei ribadisce le sue tesi contro l’idea, sostenuta dalla Chiesa, che fosse il Sole a ruotare intorno alla Terra. La lettera risale al 1613, è lunga sette pagine ed è firmata in calce G. G. Galileo la indirizza all’amico Benedetto Castelli, matematico dell’università di Pisa.
Il testo contiene affermazioni in cui Galileo sostiene per la prima volta che la ricerca scientifica deve essere libera dalla dottrina teologica. Di fatto, la lettera scatena un putiferio. E ne nasce anche un giallo. Il pregiato manoscritto si trovava in una biblioteca di Londra ed è stato scoperto lo scorso settembre da un ricercatore italiano nella biblioteca della Royal Society.
Del testo si conoscevano due copie, una con toni più soft. “Ora sappiamo che lo scienziato la riscrisse”, il commento del team di ricercatori composto da Salvatore Ricciardo, ricercatore dell’università di Bergamo, il suo supervisore Franco Giudice e lo storico dell’ateneo del capoluogo, Michele Camerota, autore dell’analisi filologica del testo della lettera. Di fatto, la lettera era sfuggita all’attenzione degli storici ed era in possesso della Royal Society da almeno 250 anni.
Il documento ritrovato da Ricciardo mostra che lo scienziato avrebbe corretto ed edulcorato le proprie parole, per evitare l’ira dell’Inquisizione. Ricciardo, Giudice e Camerota hanno verificato l’originalità della lettera confrontando singole parole con altre simili scritte da Galileo nello stesso periodo. La scoperta è descritta in un articolo che è stato pubblicato sulla rivista Notes and Records della Royal Society.
Il professor Camerota dirige la rivista internazionale “Galilæana. Journal of Galilean Studies”, è promotore e organizzatore di numerosi eventi congressuali, formativi e di ricerca e ha diretto anche il Master universitario di II livello in Gestione dei processi di sviluppo umano e organizzativo. I suoi saggi sono pubblicati, tra gli altri, da Donzelli e Einaudi. Un altro pregiato riferimento su scala internazionale nel pianeta della formazione accademica avanzata, con importanti riverberi anche per la reputazione dell’Università di Cagliari.