Domani 18 gennaio alle 20:30 al Teatro del Segno (TsE) di Via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari appuntamento con lo spettacolo di Stefano Ledda
GAP / Gioco d’Azzardo Patologico – rovinarsi è un gioco
Viaggio nella mente di un giocatore di videopoker con “GAP / Gioco d’Azzardo Patologico – rovinarsi è un gioco” ,lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Stefano Ledda in cartellone DOMANI (venerdì 18 gennaio) alle 20.30 al TsE di Via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari,per una serata (fuori abbonamento) incastonata fra gli appuntamenti della Stagione “Teatro Senza Quartiere” 2018-19 nell’ambito del progetto pluriennale “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” firmato Teatro del Segno.
Una tragedia contemporanea che ripercorre, attraverso una serie di flashback che danno corpo a pensieri e ricordi, dolci e dolorosi insieme a rendere più amara la catastrofe, la discesa agli inferi di un uomo, vittima suo malgrado del demone del gioco anzi parte di quella “percentuale difettosa” più facilmente colpita dalla dipendenza, sedotta da quel sottile brivido del rischio che trasforma un “innocuo” passatempo in schiavitù.
Il protagonista, un giovane tipografo, apprezzato e stimato nel suo ambiente di lavoro, felicemente fidanzato e in procinto di sposarsi con la donna che ama, un giorno per caso in un bar si lascia tentare da una slot machine e sperimenta l’euforia di una vincita imprevista, ma in realtà quell’inatteso colpo di fortuna diventa la trappola da cui non riuscirà a sfuggire se non dopo aver perduto tutto e aver davvero toccato il fondo.
Quel gesto semplice e innocente come inserire una moneta e sfidare i capricci della sorte, forse proprio per l’ebbrezza di un guadagno senza fatica, in contrasto con la realtà di tutti i giorni, per lui come per altre decine, centinaia, migliaia di persone, è la chiave che apre la porta di un favoloso “paese dei balocchi” in cui abbandonarsi al sogno di una facile ricchezza, verso cui basterebbe solo tendere simbolicamente la mano, unita al piacere del rischio, quella segreta vertigine che conduce inesorabilmente fin sull’orlo del baratro.
La pièce conduce gli spettatori nel cuore del dramma, mettendo a nudo le umane debolezze e inclinazioni e quella peculiare condizione dello spirito giù magistralmente descritta da Fëdor Dostoevskij nel romanzo (autobiografico) “Il Giocatore” come nella “Comédie Humaine” di Honoré de Balzac, ne “La dama di picche” di Aleksandr Puškin e nelle opere di Carlo Goldoni, oltre ai numerosi esempi cinematografici da “Casinò” a “Regalo di Natale”.
Fin dal 1994 la ludopatia tra i “disturbi del controllo degli impulsi” è sempre più diffusa in Italia e in Sardegna, tanto da esser diventata una vera e propria emergenza sociale con costi psicologici e affettivi altissimi, che ricadono sui giocatori e sulle loro famiglie per non parlare degli effetti collaterali, dall’appropriazione indebita al ricorso all’usura per pagare i debiti di gioco.
Un fenomeno ancora troppo poco conosciuto ma acutizzato dalla crisi economica, quando l’ipotesi di un ragionevole guadagno attraverso una qualsiasi professione viene smentita da un alto tasso di disoccupazione e insoddisfazione, da tipologie di lavoro sottopagato e occasionale, non certo in grado di garantire sicurezza o offrire prospettive future a fronte del miraggio del lusso e anche di slogan quanto meno discutibili come l’invito a “vincere facile” che fanno leva sulla fragilità e il naturale desiderio di tranquillità e benessere dei singoli individui.
La storia emblematica di un giocatore riflette e riassume tante vicende analoghe, esperienze soggettive ma anche profondamente simili, in cui la passione per l’azzardo si trasforma, lentamente e subdolamente, in ossessione fino a stravolgere un’intera esistenza, inducendo donne e uomini a tradire se stessi e i propri cari, a mentire e ingannare, nascondere o negare la verità, impegnarsi in false promesse, in un’escalation molto vicina a quella di una “classica” tossicodipendenza.
La pièce induce a riflettere con maggiore consapevolezza su un fenomeno tutt’altro che marginale e forse a guardare con altri occhi quella folla silenziosa di persone dall’espressione concentrata, sedute per ore davanti alle slot machines, come ipnotizzate dai rumori e dai simboli, in attesa di una vincita che dimostri una speciale predilezione, magari per un solo istante della dèa bendata.
L’incontro con gli artisti e gli insegnanti e con gli psicologi, esperti e operatori del SerD che affrontano ogni giorno gli effetti della patologia ossessivo-compulsiva riassunta nell’acronimo GAP è l’occasione per approfondire un tema scottante e attuale ormai una vera emergenza sociale ma anche per analizzare le strategie di comunicazione, e ridefinire un sistema di valori in cui la figura del “vincente” non si identifica necessariamente con chi indovina una serie di numeri o una combinazione di carte, e trova una più reale corrispondenza con la consapevolezza e l’espressione delle capacità di ognuno, attraverso il rispetto di sé e degli altri in un armonioso sviluppo della personalità.
I biglietti per matinées hanno un costo differente: il prezzo intero è di 5 euro mentre ridotto (gruppi di 80 allievi e più) di 4 euro; inoltre la partecipazione è gratuita per gli studenti delle classi medie inferiori degli Istituti Scolastici di Is Mirrionis. Gli spettacoli serali invece previsti per
venerdì 18 gennaio alle ore 20.30 hanno il rispettivo costo di 10 euro per gli adulti e 7 euro per ragazzi (il biglietto di cortesia per insegnanti costa invece 3 euro).