Il 25 gennaio 2019 alle 18.30, La Circoscrizione Sardegna di Amnesty International, insieme al gruppo locale 128 di Cagliari, con l’adesione del Comune di Cagliari inaugurerà una panchina gialla, il “giallo Giulio” nella Piazza Falcone e Borsellino (fronte Tribunale), per ricordare la sparizione di Giulio Regeni e per continuare a chiedere la verità sul suo brutale omicidio.
Interverranno le istituzioni, l’Associazione Dottori e Dottorandi Italiani, verranno letti dei messaggi e comunicati gli ultimi aggiornamenti sulle indagini.
Quella del 25 gennaio non sarà una semplice manifestazione, ma un abbraccio fortissimo di sostegno di tutta Italia alla famiglia di Giulio Regeni.
In questo terzo anniversario di lutto e di domande che la famiglia Regeni continua a fare senza ottenere risposte, è fondamentale non consegnare Giulio Regeni alla memoria e alla commemorazione.
“Le parole di Paola Deffendi, la madre di Giulio Regeni, che ci raccontano “di tutto il male del mondo che ho visto sul corpo di Giulio […] un corpo riconosciuto solo dalla punta del naso” hanno dato il via ad una campagna nazionale per la ricerca della verità che ancora oggi va avanti e non ha intenzione di fermarsi”.
“Continueremo fino a quando ci sarà una verità giudiziaria che coincida con quella storica, che attesti quel “delitto di stato”, ne accerti le responsabilità individuali e le collochi lungo una precisa catena di comando. Siamo in attesa dei famosi “passi in avanti” annunciati dal governo italiano in diverse occasioni. Per ora l’unica cosa che vediamo è la promozione del turismo in Egitto, il nostro paese amico, e l’intensificarsi di scambi commerciali e diplomatici”.
“Noi proseguiamo a coltivare una speranza: che quell’insistere giorno dopo giorno a chiedere la verità, quelle iniziative che quotidianamente si svolgono in Italia e non solo producano il risultato che attendiamo: l’accertamento delle responsabilità per la sparizione, la tortura e l’uccisione di Giulio. Quella verità la deve fornire il governo egiziano e deve chiederla con forza quello italiano” – ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia”.