tourneè in sardegna

L’operazione: spettacolo in tournée nell’Isola

Lo spettacolo L’operazione con testo e regia di Stefano Reali e con gli attori Antonio Catania, Nicolas Vaporidis e Maurizio Mattioli, farà il suo debutto mercoledì 30 Gennaio al Cineteatro di Olbia

Ironia in scena con “L’operazione” divertente commedia sulla (mala)sanità scritta e diretta da Stefano Reali e interpretata da Antonio Catania, Nicolas Vaporidis e Maurizio Mattioli, con la partecipazione straordinaria di Gabriella Silvestri e con Marco Giustini in tournée nell’Isola sotto le insegne del CeDAC. 

La pièce debutterà in prima regionale domani (mercoledì 30 gennaio) alle 21 al CineTeatro “Olbia” di Olbia per approdare giovedì 31 gennaio e venerdì 1 febbraio alle 21 per un doppio appuntamento al Teatro Civico di Alghero nel cartellone della Stagione 2018-2019 de La Grande Prosa nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.

Focus su un tema delicato e complesso come il funzionamento del sistema sanitario nazionale cui è affidata la tutela della salute dei cittadini, sullo sfondo della torrida estate di Italia Novanta: un semplice intervento (quasi) di routine si trasforma in un kafkiano viaggio in corsia tra lungodegenti, medici e infermieri, in un microcosmo che rispecchia la società tra vizi e virtù.

Tra spunti autobiografici e cronache del reale l’autore propone uno spaccato di vita quotidiana in cui questioni cruciali come le interminabili liste d’attesa e la cronica carenza di risorse e personale passano in secondo piano rispetto agli antagonismi e alle tensioni di un reparto di ortopedia in cui la forzata immobilità inasprisce gli animi e favorisce gli scontri.

L’operazioneinizialmente un atto unico a tre personaggi intitolato “Operazione” (1989), presentato nella rassegna “Attori in cerca d’autore” diretta da Ennio Coltorti, è stato poi trasformato in una commedia in due atti, più volte rappresentata in Italia e all’estero: in Inghilterra la pièce è stata messa in scena dal drammaturgo e regista Alan Ayckbourn con il titolo “Physical Jerks” e nel 1993 ha vinto il “Be Bold Award” come miglior testo straniero.

La surreale vicenda è stata anche trasportata sul grande schermo dallo stesso Stefano Reali con il film “In barca a vela contromano” (1997): nel cast Valerio Mastandrea e Pierfrancesco Favino, Emanuela Rossi, Antonio Catania e Maurizio Mattioli, questi ultimi anche protagonisti della versione teatrale.

Come sottolinea Stefano Reali, “L’operazione” non è solo un testo, peraltro profetico, sui problemi della malasanità: è piuttosto una storia di amicizia, di tradimenti, di slealtà, ma anche di generosità inaspettate. E di un certo modo di fare italico, che può essere riassunto sul motto che Longanesi sosteneva essere impresso sulla bandiera italiana: “Tengo Famiglia”. Un motto che sembra governare il modo di fare italico da sempre. Ma che però, a volte, può generare delle sorprese inaspettate.

Sotto i riflettori artisti del calibro di Antonio Catania (all’attivo un’intensa carriera teatrale e cinematografica, dai films di Gabriele Salvatores – “Kamikazen”, “Mediterraneo”, “Puerto Escondido” e “Sud”, fino a “Nirvana” – a “La cena” di Ettore Scola per cui ha ottenuto il Nastro d’Argento, dalla comicità surreale di Aldo, Giovanni e Giacomo a “Pane e Tulipani” di Soldini, dall’ironia di Carlo Verdone a “Una storia senza nome” di Roberto Andò).

E ancora Nicolas Vaporidis (volto noto del grande schermo, dal successo con “Notte prima degli esami” a “Cemento Armato” e “Come tu mi vuoi”, “Outing” e “Anche senza di te”, al Tamia Chipmunk in “Tutti i soldi del mondo” di Ridley Scott) e Maurizio Mattioli (famoso attore e doppiatore, capace di spaziare dai “poliziotteschi” alle commedie brillanti, dai films di genere al cinema d’autore, dalla ribalta del Bagaglino al fortunato “Rugantino” con Valerio Mastandrea, dalle pellicole dei Vanzina e di Paolo Genovese a “Le leggi del desiderio” di Silvio Muccino e “Fratelli di sangue” di Pietro Tamaro).

La pièce nella mise en scène di Stefano Reali per Ginevra Media Prod Srl, impreziosita dalle scenografie di Carlo De Marino e dai costumi di Mara Gentile, con disegno luci di Stefano Lattavo, con la partecipazione straordinaria di Gabriella Silvestri e con Marco Giustini racconta una storia emblematica legata ai problemi strutturali del sistema sanitario nazionale: dalle complicazioni della burocrazia alla cronica carenza di risorse e personale, dalle infinite liste d’attesa alla scarsità di posti letto, tra chirurghi ambiziosi e infermieri stremati.

Ma soprattutto pazienti intraprendenti, trasfigurati in chiave surreale e grottesca in un divertente “gioco delle parti” sul filo della suspense, tra colpi di scena e inattese rivelazioni, con finale a sorpresa. Un affresco di varia umanità perduta e per certi versi “prigioniera” negli intricati labirinti di un reparto d’ortopedia, tra la routine di esami e visite, le conversazioni apparentemente casuali con i “vicini”, ignoti compagni di sventura, con notizie poco rassicuranti e statistiche per nulla lusinghiere che sollevano il velo sulle criticità accanto alle eccellenze nell’immancabile contrapposizione tra strutture pubbliche e private.

Nell’atmosfera euforica della torrida estate di Italia Novanta tra l’infuriare della passione per i Mondiali e la relativa tranquillità dell’ospedale, in cui momenti di agitazione si alternano a stati di quiete un giovane atleta decide di farsi ricoverare per sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico, indispensabile per poter continuare a giocare a calcio, e suo malgrado si ritrova a far parte del microcosmo formato da pazienti, medici e operatori sanitari, quasi una realtà a sé con i suoi protocolli e le sue regole, le sue gerarchie e i suoi segreti.

Ispirata ad un’esperienza personale dell’autore, “L’operazione” nata come atto unico per tre personaggi intitolato “Operazione” (1989), proposto nella rassegna “Attori in cerca d’autore” diretta da Ennio Coltorti descrive quella dimensione parallela, per certi versi onirica, con quell’immobilità forzata di corpi per il resto sani, a causa di cadute o incidenti, da cui scaturiscono sottili inquietudini, insofferenza e rabbia, unite al dolore, quasi uno spirito di rivalsa contro quell’inerzia che conduce all’antagonismo, alla lotta, in cui vince la legge del più forte come in qual si voglia moderna jungla urbana.

Il calciatore ricoverato per scelta in quel tempo sospeso sottratto alla vita consueta ascolta i resoconti terrificanti su operazioni mal riuscite e interminabili attese, in una sorta di limbo in cui il miraggio della salute sembra farsi sempre più remoto: in particolare un uomo, forte della sua familiarità di lungodegente, gli illustra i casi più sconcertanti e l’elenco dei possibili effetti collaterali e delle conseguenze future, quasi per dissuaderlo dal suo proposito e spingerlo a rifugiarsi al sicuro, fuori dall’ospedale.

Una discesa agli inferi in cui il malcapitato finirà con l’immaginare il peggio, ma dietro la maschera dell’ingenuo e suggestionabile atleta potrebbe celarsi un individuo ben più pericoloso per il suo interlocutore, così come quell’attenzione e quel prendersi cura del nuovo venuto potrebbero nascondere un preciso interesse un incomprensibile movente.

Una guerra silenziosa e mai dichiarata si combatte in corsia tra chi si attiene scrupolosamente alle norme e chi invece trova il modo di aggirarle per il proprio tornaconto, secondo un costume italico fin troppo diffuso, quell’arte di arrangiarsi che nasce forse dalla miseria materiale e morale ma degenera fino a far dimenticare l’idea del bene comune.

Il sistema sanitario con tutti i suoi limiti e difetti dovrebbe tutelare la salute di tutti i cittadini e ogni irregolarità, ogni stratagemma, ogni privilegio finiscono con il rendere ancora più farraginoso e meno efficiente il meccanismo eppure per alcuni proprio quegli espedienti son diventati un modo per sopravvivere.

“L’operazione” di Stefano Reali mostra anche il lato oscuro, ma profondamente umano, e dolente, dietro il volto freddo e asettico dell’istituzione e induce a riflettere, con ironia, sulle debolezze e le contraddizioni dei singoli individui, senza pregiudizi, ma anzi quasi con compassione e simpatia, al di là del bene e del male.

Una pièce ancora tristemente attuale a distanza di vent’anni nei suoi risvolti economici e sociali: il fallimento del modello del welfare, per effetto della crisi e della decadenza della civiltà occidentale, aggravato da sprechi e corruzione ma anche da una visione straniante e assurdamente “aziendalistica” che confonde il mezzo con il fine, l’ottimizzazione delle risorse con un improbabile “pareggio economico”, finendo con l’escludere dai benefici proprio le fasce più deboli e peggio ancora le patologie più rare o più gravi, è sotto gli occhi di tutti come dimostrano i nuovi presidi sanitari di Emergency per i nuovi poveri nelle grandi città.

La fortunata commedia nella versione più lunga in due tempi è stata rappresentata più volte tra il 1991 e il 1994 in Italia e all’estero: in Inghilterra è stata messa in scena dal celebre drammaturgo e regista Alan Ayckbourn, con il titolo “Physical Jerks” e ha vinto il prestigioso “Be Bold Award” come miglior testo straniero nel 1993, quasi a conferma dell’universalità dei temi trattati che spaziano dal non perfetto funzionamento della sanità a un imprevedibile “fattore umano”.

L’autore, Stefano Reali, si è Diplomato in Regia e Sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1980: nel 1982 è assistente alla regia in “C’era una volta in America” di Sergio Leone. Nel 1985 è sceneggiatore e regista (insieme a Pino Quartullo) di “Exit”, cortometraggio prodotto da Raiuno che ottiene una nomination all’Oscar 1997, nella categoria “Best Live Short Film”.

About Eleonora Pisano

Sono una studentessa di beni culturali e spettacolo, appassionata di cinema, arte, musica e teatro. Vivo a Cagliari da un anno e mezzo e adoro scrivere e leggere: mi definisco "una discepola del Vate".

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