Da mercoledì 6 febbraio fino a domenica 10 febbraio al Teatro Massimo di Cagliari lo spettacolo con Luisa Ranieri The Deep Blue Sea
Il fuoco della passione e la crudeltà del disincanto in The Deep Blue Sea di Terence Rattigan con un’intensa Luisa Ranieri nel ruolo della protagonista, una donna inquieta e amareggiata, delusa dalla vita, per la regia di Luca Zingaretti, in cartellone da mercoledì 6 febbraio fino a domenica 10 febbraio (tutti i giorni da mercoledì a sabato alle 20.30 – giovedì 7 febbraio doppia recita con la pomeridiana alle 16.30 (turno P) – e la domenica alle 19) al Teatro Massimo di Cagliari per la Stagione 2018-2019 de La Grande Prosa firmata CeDAC CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
Nel cast – accanto Luisa Ranieri – (in ordine alfabetico) Maddalena Amorini, Giovanni Anzaldo, Alessia Giuliani, Flavio Furno, Aldo Ottobrino, Luciano Scarpa, Giovanni Serratore; le scenografie sono di Carmelo Giammello, i costumi di Chiara Ferrantini e il disegno luci di Pietro Sperduti: lo spettacolo, prodotta da Zocotoco Srl – Teatro di Roma / Teatro Nazionale – Fondazione Teatro della Toscana, è impreziosito dalla colonna sonora di Manù Bandettini, che restituisce le atmosfere e la temperatura emotiva di una vicenda senza tempo.
La pièce del drammaturgo inglese Terence Rattigan – tra i più conosciuti e apprezzati autori britannici del Novecento, figlio di un diplomatico e cresciuto quindi in seno a quell’alta borghesia che mette spesso al centro delle sue opere, indagandone vizi e virtù – racconta la vicenda di Hester Collier Page, moglie di un facoltoso e influente giudice dell’Alta Corte, che ha lasciato il marito per amore di un ex pilota della Raf. Una liaisonpericolosa proprio per la forza del sentimento che lega la protagonista all’amante, a dispetto o forse proprio in virtù delle differenze sociali, tanto da indurla ad abbandonare i privilegi e la tranquilla routine del suo matrimonio per andare ad abitare insieme all’uomo che ama in una stanza in affitto, dove si trova fin troppo presto a fare i conti con la dura realtà.
L’idea romantica di un’attrazione fatale che infrange le barriere sociali e vince le difficoltà, non corrisponde ai fatti, il rapporto fondato sull’eros si rivela alquanto fragile e incerto, non va oltre un’istintiva e rovente sensualità, e le difficoltà del quotidiano, la perdita del lavoro e l’abuso di alcol mettono in luce il lato oscuro e brutale del giovane, ben diverso dall’affascinante e aitante ex pilota di cui Hester si era invaghita. La fine dell’idillio è l’inizio di un inferno domestico, la donna prigioniera della sua infelicità decide di compiere un gesto estremo per sfuggire al dolore e all’umiliazione, togliendosi la vita con il gas, ma perfino questa soluzione si rivela inefficace.
“The Deep Blue Sea” concentra l’azione nell’arco di un’intera giornata, dalla scoperta da parte dei vicini del fallito tentativo di suicidio della protagonista, che fa precipitare ulteriormente la situazione, già tutt’alto che serena, destinata a farsi ancora più complicata e tesa con la notizia che Freddie ha finalmente trovato lavoro come collaudatore di aerei, ma dovrà trasferirsi in South Carolina. Hester dovrà decidere se e come affrontare il futuro, riprendere il controllo della propria esistenza e fare i conti con il passato, senza più lasciarsi sopraffare dalle sue emozioni per guardare in faccia la verità.
Il sogno d’amore è ormai svanito e la donna si trova in un punto cruciale della sua esistenza, con la scelta tra la tentazione già provata e assaporata di abbandonarsi all’oblio e il risvegliarsi per iniziare un nuovo cammino, con una nuova consapevolezza della propria vulnerabilità e l’amarezza e il disincanto di chi ha conosciuto la potenza divorante della passione ed è sopravvissuto alla fine di una storia. Se Hester potrà rinascere dalle ceneri e ricominciare a vivere, dopo un’esperienza totalizzante e traumatica che ha travolto le sue certezze, il merito sarà forse anche dell’incontro con Mr Miller – ex medico radiato dall’albo per misteriosi motivi: tra i due – entrambi reietti dalla società e puniti per aver troppo intensamente amato – sorgerà inattesa una sorta di solidarietà, fondata sulle analogie del destino e dei drammi che hanno vissuto.
La passione trasgressiva di Hester, che l’ha indotta a lasciarsi alle spalle l’ambiente raffinato e convenzionale dell’alta società di cui faceva parte, per lanciarsi con un pizzico di spregiudicatezza e temerarietà tra le braccia del suo amante, ignara delle conseguenze e stordita dalla passione e dai tumulti del cuore, ha un prezzo apparentemente irrisorio, sul momento, nella vertigine dei sensi, ma altissimo quando l’iniziale ardore si raffredda e la relazione assume la forma di una routine, tra miseria e squallore, abuso d’alcol e solitudine.
Terence Rattigan (figlio di un diplomatico e notoriamente omosessuale nella Gran Bretagna del secolo scorso, quindi ben al corrente dei rischi della trasgressione, pur nell’alveo dell’élite) disegna magistralmente i caratteri dei personaggi, con tutta la complessità e le contraddizioni dell’animo umano, sullo sfondo di uno spietato affresco della società tra ipocrisia e rigide convenzioni. Creature palpitanti e piene di vita, come Hester, si ritrovano prigioniere in un fatale gioco di maschere e quel tentativo di ribellione significherà l’esclusione dal circolo privilegiato delle amicizie e delle raffinate frequentazioni. Ferita nel profondo, Hester potrà forse risorgere ed essere finalmente se stessa, vivere appieno la propria vita e diventare padrona del suo destino e non più vittima della fatalità e del caso.
Una storia senza tempo – di assoluta modernità – per un’ardua prova d’attrice: Luisa Ranieri, diretta da Luca Zingaretti, artista conosciuta e amata e diva del piccolo e grande schermo, presta corpo e voce a Hester Collyer, una donna piena di dubbi, fragile e forte, pronta a tutto per seguire la passione ma dilaniata dal fallimento di una storia in cui aveva investito tutta se stessa. “The Deep Blue Sea” – uno delle pièce più celebri e fortunate di Rattigan – ha ispirato l’omonimo film di Terence Davies (2012) con Rachel Weisz, Tom Hiddleston, Simon Russell Beale e Ann Mitchell, dopo le trasposizioni cinematografiche di Anatole Litvak – “Profondo come il mare” (1955) con Vivien Leigh e di Anton Giulio Majano – “Il profondo mare azzurro” (1969), e ora ritorna sulla scena, per regalare nuove emozioni e spunti di riflessione con tutta la sorprendente attualità e la forza dei sentimenti.