Le artiste raccontano il loro spettacolo “Da Ora in Poi”, in scena sabato 2 febbraio alle 21:00 presso la sede di MayMask, in via Giardini 149 a Cagliari
Abbiamo intervistato Silvia Corda e Carla Onni, rispettivamente la compositrice musicale e la coreografa nonché danzatrice all’interno dello spettacolo intitolato “Da Ora in Poi”, promosso da MayMask – Incontri d’Arte e prodotto da ImprovvisaMente.
Sono tempi duri, per le donne! Così Silvia Corda e Carla Onni hanno dato vita a uno spettacolo in cui la musica e la danza si intrecciano proprio per raccontarle e dare sfogo alle loro emozioni, debolezze e insieme alla loro forza, alla capacità di rialzarsi e combattere abusi, violenze e intimidazioni.
“Da Ora in Poi” si prefigge anche di fare la guerra agli stereotipi di genere alimentati da una società creata dagli uomini e veicolata dagli stessi. Viviamo un periodo ricco di contraddizioni: da un lato le arti performative che tentano a più riprese di sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne, e dall’altro lato i loro detrattori, che abitano proprio le istituzioni che più di tutte dovrebbero essere in prima linea nell’offrire loro protezione e tutela.
Un’inversione di tendenza che si registra proprio a partire dagli ultimi dibattiti parlamentari, i quali hanno portato all’elaborazione di nuovi “mostri” come ad esempio il Disegno di Legge Pillon, dove la parola “violenza” compare solo una volta nel testo, indefinita, e dove viene quasi negata l’esistenza della violenza domestica; in un quadro che sovverte l’istituto famigliare puerocentrico così come era stato delineato dal legislatore con la riforma del diritto di famiglia nel ’75.
«La danza e la musica non hanno un approccio narrativo, lavorano sull’aspetto sensoriale e percettivo, per cui si attivano degli stati immaginifici ed emozionali in modo totalmente indipendente in ogni persona, nel senso che noi proponiamo delle immagini coreografiche che ognuno recepisce in modo diverso…» sottolineano le artiste intente nell’annoso compito di provare a descrivere il loro lavoro.
Uno spettacolo ricco di phatos, capace di emozionare e anche di sconfinare nella parte più razionale dell’animo umano, insinuandoci dubbi su dove stiamo andando e su cosa è necessario cambiare, sperando sempre nel lieto fine.