A Cagliari si scoprono i nuovi orientamenti musicali dello scenario tradizionale sardo
I suoni dell’armonium indiano si intrecciano a quelli de “su sulittu”, della fisarmonica, dell’organetto e della chitarra, mentre il sassofono duetta “a cuncordia” con is launeddas. Questi e altri incontri vitali tra strumenti e musiche saranno al centro dell’evento Is Sonus de is perdas fittas ovvero Confini e sconfini nella musica tradizionale sarda: l’appuntamento con l’inedita formula concerto-convegno è per venerdì 8 febbraio, dalle 21, a Cagliari nel Centro di produzione teatrale Intrepidi Monelli (viale Sant’Avendrace, 100).
La serata di concerti e discorsi (ingresso libero) si chiuderà con la proiezione di un estratto del film Aurelio il grande Maestro della musica sarda in cui Aurelio Porcu, allora 77enne – considerato un ortodosso delle launeddas – si esibiva con il tablista indiano Badal Roy (già percussionista di Miles Davis e Ornette Coleman). “Conoscere la tradizione, rispettarla e reinventarla”: questa la filosofia che anima l’evento. L’intera serata sarà trasmessa in diretta streaming da Eja TV, Canale 172 e sulle pagine Facebook di Iscandula, Iscandula musica Sardegna, Nodas e sul sito www.launeddas.it.
Il programma
I nuovi orientamenti dello scenario sardo saranno illustrati – e presentatati al pubblico – dai protagonisti. Si tratta di musicisti d’alta formazione classica che negli ultimi anni si sono distinti sia nell’arrangiamento di brani tradizionali, sia nell’adattamento degli strumenti indigeni a forme musicali non sarde. Non un incontro frontale ma un confronto interattivo con curiosi e appassionati. Tre i brani proposti da Luca Nulchis e il gruppo Andhira (pianoforte, armonium indiano e voce) tra cui un’interpretazione del Kyrie eleison; il polistrumentista Giuseppe Orrù eseguirà una delle sue composizioni – Balianora – con le launeddas da lui reinventate (costruite in minore). Sempre Orrù suonerà il sassofono “a cuncordia” con Bruno ed Asael Camedda, il duo (fisarmonica e chitarra) darà poi ampio spazio all’interpretazione del ballo sardo. A coordinare gli interventi e le sonate sarà il presidente dell’Associazione, Dante Olianas: in chiusura commenterà alcuni spezzoni del film prodotto da Iscandula nel 1991. Il lungometraggio ha ricevuto l’Oscar “Goose fat” al Festival di Visual Anthropology di Sandbjerg in Danimarca e il secondo premio al festival dell’Università di Gottingen, Germania, nel 1993. È considerato un capolavoro della cinematografia scientifica, proiettato più volte in giro per il mondo durante gli workshop dell’etnografo Peter Ian Crawford, professore dell’Università di Aarhus, in Danimarca.
Gli artisti
Il musicista e compositore Luca Nulchis (pianoforte e armonium indiano) si esibisce con Andhira: Elena Nulchis, Elisa Zedda ed Egidiana Carta. Il quartetto è stato protagonista del progetto ideato da Dori Ghezzi e la Fondazione de Andrè per rinterpretare alcune opere di Fabrizio per il progetto realizzato nel carcere di San Vittore e dal quale ha preso poi vita il primo CD di Andhira. Tra le altre collaborazioni: Lella Costa, Mauro Pagani, Elena Ledda e la poetessa Marcia Theophilo. Formazione classica anche per Bruno Camedda (da Musei): alla fisarmonica da quando aveva dieci anni, diplomato in violoncello e musica da camera ad Avignone, in Francia. Ambasciatore della musica sarda nel mondo, Giuseppe Orrù (da Orroli) ha invece studiato flauto traverso a Cagliari ed è uno dei pochi in Italia a suonare con lo stile francese; vanta numerose collaborazioni jazz. Dante Olianas, ideatore della serata, è anche un appassionato ricercatore in ambito musicale e produttore e regista di diversi documentari. Negli anni ’90 ha lavorato come assistente ai registi Fiorenzo Serra e David Mac Dougal.