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Le condizioni climatiche e il riscaldamento del mare nel 2100

Gli studiosi dell’Università di Cagliari simuleranno le condizioni climatiche e il riscaldamento del mare nel 2100

Mahres, l’ateneo nel progetto da oltre 800mila euro per il restauro ecologico degli habitat marini modificati dal clima. Con lo staff del dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Cagliari, guidato da Antonio Pusceddu, il Cnr e gli atenei di Sassari e Palermo. Studi avanzati su praterie di Posidonia e concrezioni coralligene con la simulazione del riscaldamento del mare nel 2100

RESTAURO DEI MARI E CONDIZIONI CLIMATICHE.
Rivoluzionario, attuale, con pesature e variabili di forte interesse. Il progetto Mahres (Marine habitats restoration in a climate change-impaired Mediterranean sea) “nasce dalla consapevolezza che – spiega Antonio Pusceddu, coordinatore nazionale del team e ordinario di Ecologia, Disva-dipartimento Scienze della vita e dell’ambiente, Università di Cagliari – gli impatti del cambiamento climatico sono sinergicamente esacerbati dall’uso umano della natura. Pertanto, si rende necessario identificare soluzioni per contrastare o adattarsi al cambiamento climatico in diversi contesti di disturbo umano”. Finanziato dal Miur (Ministero istruzione, ricerca, università), nell’ambito del bando Prin 2017 (Progetti ricerca interesse nazionale), il progetto, parte a breve, avrà durata triennale per concludersi nel 2022. Mahres ambisce a verificare l’efficacia dei sistemi di restauro ecologico degli habitat marini condizionati da impatti naturali e antropogenici, nei futuri scenari di cambiamento climatico.

PARTNER&RISORSE.
Il progetto godrà di un finanziamento di circa 675 mila euro, oltre ai circa 138mila euro messi a cofinanziamento dal parternariato. Con gli studiosi del Disva guidati dal professor Pusceddu (il ricercatore Alessandro Cau e il borsista di ricerca, Davide Moccia) operano i team di Giulia Ceccherelli (Università di Sassari), Gianluca Sarà (Università di Palermo) e Simone Mirto (Cnr, Palermo). “Con analisi sistematiche della letteratura, esperimenti in campo e in laboratorio e con l’uso di modelli, il progetto indagherà l’efficacia del restauro di alcuni habitat mediterranei. Ad esempio, praterie di Posidonia oceanica e bio-concrezioni coralligene, in condizioni che simuleranno il riscaldamento del mare previsto entro il 2100 e le conseguenze associate. “L’obiettivo finale è quello di identificare nuove informazioni sull’efficacia delle pratiche di restauro ecologico da impiegare per favorire la resilienza degli ecosistemi marini al cambiamento climatico” rimarca Antonio Pusceddu.

ATENEO IN VETRINA
Mahres è l’unico progetto ministeriale, finanziato nei Prin 2017, che attualmente vanta il coordinamento nazionale affidato agli specialisti dell’ateneo di Cagliari. A seguire, potrebbero esserci anche altri staff. Ma, per ora, il settore LS_8 (Evolutionary, Population and Environmental Biology: Evolution, ecology, animal behaviour, population biology, biodiversity, biogeography, marine biology, eco-toxicology, microbial ecology), finanziato nell’Asse C riservato a progetti svolti interamente nel Sud Italia, è l’unico con guida delegata ai ricercatori dell’Università del capoluogo. Un altro proficuo tassello sul fronte della Terza missione, percorso strategico e di grande importanza per le politiche di sviluppo dell’Università cagliaritana.

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