Si terrà a Bolzano dal 23 Febbraio al 10 Marzo grazie al contributo della Fondazione di Sardegna la presentazione del progetto
Il corso di teatro nasce nel 2018 dalla collaborazione tra le associazioni
locali Ardesia e Il miglio verde, grazie al contributo di Fondazione
di Sardegna.
Il 18 gennaio, 12 detenuti hanno concluso questo primo anno di
laboratorio mettendo in scena uno spettacolo da loro realizzato
sotto la direzione artistica di Roberto Deiana e l’aancamento della
psicologa dott.ssa Rosella Floris.
La portavoce del progetto nonché presidente dell’associazione
Ardesia, dott.ssa Isabella Atzeni, parlerà di questa esperienza, degli
obiettivi raggiunti e dell’importanza di attività di questo tipo.
Il progetto intende creare uno spazio nel quale i detenuti possano indirizzare le personali potenzialità creative e nel quale poter ricostruire un’identità sociale quale opportunità direinserimento nella cittadinanza attiva .
Le azioni del progetto
Essere o non essere è un laboratorio di teatro e musica che ha come destinatari i detenuti del carcere di Uta. Il progetto ruota attorno all’arte scenica e alle tecniche di teatro. Nel teatro, così pensato, la recitazione diviene forma di straniamento dalla propria condizione e il testo pronunciato messaggio liberatorio.
Il progetto ha una durata di 40 ore ed è strutturato in tre fasi distinte.
– La prima è dedicata ad esercizi teatrali, quali rilassamento, articolazione corporea e vocale.
– La seconda è interamente dedicata alla scelta drammaturgica. I partecipanti hanno modo di esternare il proprio vissuto, o una parte di esso, il quale sarà elaborato al fine di creare l’opera teatrale sulla quale lavorare.
– Il terzo e ultimo momento si focalizza sulla messinscena dell’esito finale del laboratorio.
Perché è importante questo progetto
- Informare e promuovere benessere sociale , salute e stili di vita sani.
- Umanizzare la pena e migliorare le condizioni di vita dei detenuti garantendo un efficace e attivo utilizzo del tempo detentivo.
- Incrementare la crescita e lo sviluppo del legame socioculturale esistente tra la Casa Circondariale Ettore Scalas di Uta e il Territorio.
- Migliorare la qualità della vita dei detenuti nonché il rapporto con il personale interno ed esterno all’Istituto.
- Aumentare il numero di detenuti che praticano attività in carcere.
- Implementare le attività già promosse all’interno della C.C.
- Apprendere nuove competenze tramite professionisti del settore, spendibili una volta terminata la pena, con attestato di partecipazione.
- Migliorare le relazioni all’interno della C.C. attraverso l’interiorizzazione di nuove regole sociali.
- Acquisire maggiore fiducia in se stessi e nelle proprie capacità attraverso la pratica.
- Sostenere le iniziative del settore terziario all’interno e all’esterno del carcere.
- Prevenire la recidiva.
- Sensibilizzare la comunità locale ad un diverso approccio con le persone in condizione di disagio sociale o sottoposte a misure alternative alla detenzione.