Il 5 marzo Open lesson allo IED Cagliari con Giulio Ceppi e Massimo Fioruzzi sul Design della consapevolezza
Il design efficace e a misura d’uomo è quello che sa combinare psicologia e tecnologia, spiegava qualche anno fa Donald Norman nel suo libro “La caffettiera del masochista”.
Cosa succede se sono invece gli oggetti a parlarci e a comunicare con noi, come avviene nello scenario prossimo venturo dell’Internet delle cose? Oggi, nel nuovo panorama tecnologico dell’“Internet of Things” si va ancora oltre, fino al “Design della consapevolezza” (Awareness Design).
Giulio Ceppi, architetto milanese, visual designer, esperto di progettazione sensoriale, ecodesign, design dei materiali e sviluppo di nuove tecnologie, alla guida di Total Tool, società per management dell’innovazione e progettazione strategica (Premio Impresa Cultura, 2000; selezione Compasso d’oro 2004-08; Premio Conf Commercio all’Innovazione, 2010 e 2013; Premio Design for All Italy, 2014) autore del saggio “Il design della consapevolezza: un percorso sperimentale” (Illustrata – 2012) indaga i nuovi territori del design e la relazione tra oggetto e soggetto partendo da questa domanda.
Insieme a Massimo Fioruzzi, esperto di temi etico-sociali e dello sviluppo sostenibile e co-ideatore di Awareness Design presso il Politecnico di Milano, Ceppi sarà protagonista il 5 marzo dell’Open lesson all’Istituto Europeo di Design dal titolo “Awareness Design” (Design della consapevolezza), con ingresso libero e aperta a tutti gli interessati.
Alle 17.00 a Villa Satta i due esperti illustreranno la loro visione legata al mondo del design, oggi proiettato verso una direzione esperenzialmente più ricca e significativa, che “pensi a disegnare degli oggetti che sempre più diventeranno “quasi-soggetti”, in un contesto tecnologico in cui la distinzione tra soggetto e oggetto diventa sempre più sottile e meno tangibile”, spiega l’autore nel suo libro.
Una lezione su temi di grande attualità che lo IED Cagliari, Istituto culturale tra le eccellenze del design internazionale, rivolge in particolare ai futuri designers, attraverso un percorso formativo e di aggiornamento che permetta agli studenti di crescere, di dotarsi di un’attitudine esplorativa e critica, capace di mettersi in gioco per intuire e affrontare la complessità del mercato contemporaneo e anticiparne le tensioni latenti.
Awareness Design affronta infatti il problema di come il design debba oggi riflettere sulla figura stessa del progettista e sul suo ruolo social, culturale: la creatività è entrata in una fase nuova e diffusa ed il designer deve esserne protagonista attivo e consapevole. “Awareness non è solamente coscienza e consapevolezza, ma è innanzitutto amare il proprio lavoro e farlo rispettare, con mitezza.
Un design consapevole è un design di civiltà, di dialogo reale, di scambio, di civitas. Un modo per restare concentrati sul proprio operare e sui propri valori, sulla volontà democratica di condividerli, sulle qualità del “fare bene”.