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Signorina Julie: Lelio Lecis rivisita l’opera di Strindberg

Il regista cagliaritano firma lo spettacolo con maestria e chiude al meglio la Stagione del Teatro Contemporaneo curata da Akròama. L’opera, in un evolversi incalzante, racchiude e rende attuali dramma, amori, perfidie e scabrosità dei protagonisti

Giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 marzo, alle 21 al Teatro delle Saline – piazzetta Billy Sechi, n. 3/4 , Cagliari – la Stagione del teatro contemporaneo curata da Akròama, si conclude con Signorina Julie, tratto da August Strindberg, con drammaturgia e regia firmate da Lelio Lecis.

Lo spettacolo chiude la rassegna che ha colto ancora una volta nel segno. Con un mix di straordinaria attualità, ma la tempo stesso costruito sugli oltre quarant’anni di apprezzata attività scenica e artistica della Compagnia. L’Akròama rappresenta da sempre un percorso di lavoro teatrale che sposa generi e percorsi di alto valore aggiunto. Un mix d i passione e suoni, interpretazioni e opere classiche rivisitate, adattabili a un pubblico eterogeneo ma non per questo distratto. La Stagione del teatro contemporaneo è supportata da ministero Beni culturali, Regione, comune di Cagliari e Fondazione di Sardegna.

UN CLASSICO SCANDINAVO. “Signorina Julie” è una tragedia avvolgente come un giallo, dove dietro le azioni dei protagonisti si nascondono verità sconcertanti. Dopo un inizio apparentemente brioso, in cui si delinea la tresca fra il domestico Jean e la cuoca Kristin in una tenuta scandinava di fine Ottocento, fa la sua spettrale apparizione la figlia del padrone di casa. Julie è una venticinquenne già avvizzita dentro per colpa di un dramma familiare di cui sconta le conseguenze.

Nemmeno la possibilità di un amore con il suo domestico può salvarla dal destino che porta con sé. Ma intanto, si scopre la natura dell’arrivista e perfido Jean, nonché i misfatti di Kristin, che sembrava un’ingenua. In un crescendo incalzante fatto di splendido teatro, “Signorina Julie” si impone così come un classico scandinavo che resiste all’impatto contemporaneo; la forza irripetibile della vicenda viene dalla mano di August Strindberg, maestro del teatro nordico, che non attenua i toni più scabrosi e denuda di continuo gli aspetti più intimi e riposti del rapporto tra i protagonisti.

AUGUST STRINDBERG. Nato nel 1849 e morto nel 1912, è il più importante scrittore svedese a cavallo del secolo e senza dubbio uno dei più grandi drammaturghi europei. Geniale è dispersivo, osservatorio del reale e visionario, irriverente e mistico, umorista e misantropo, sensibile e brutale, titanico iconoclasta ed eterno bambino indifeso, fa della contraddizione il suo segno distintivo.

La sua opera è vastissima e comprende tutti i generi letterali: lirica, autobiografia, racconto, romanzo e teatro. L’irrequietezza, il continuo desiderio di andare oltre, nel tormentato bisogno di smascherare le miserie della società e della condizione umana, segnano a fondo l’opera di Strindberg, dandole carattere fortemente innovativo e anticipatore.

IL CAST. Drammaturgia e regia di “Signorina Julie” sono di Lelio Lecis. Con Julia Pirchl (Signorina Julie), Giovanni Andrea Vinci (Jean), Erika Carta (Kristin). Scenografia Valentina Enna. Costumi Marco Nateri. Assistente regia Ana Cruz. Assistente costumista Noemi Tronza. Sartoria Patrizia Etzi, Natascia Moi e Florinda Spano. Coreografia tango Pino Perria. Direzione tecnica Lele Dentoni. Fotografia Laura Atzori. Responsabile di produzione Marina Mura.

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