Poco meno di due settimane per la manifestazione di interesse sui silos del Rinascita
Restano ancora 12 giorni per presentare una manifestazione di interesse per la riconversione dei silos del Molo Rinascita nel Porto di Cagliari.
Così come indicato nell’avviso pubblicato il 14 febbraio sull’albo pretorio telematico dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, è previsto per il prossimo 31 marzo, alle 12, il termine ultimo per la presentazione di eventuali proposte tecniche e commerciali per dare una nuova veste e funzionalità al complesso industriale ubicato nel cuore del porto storico del capoluogo.
Una procedura pubblica, quella dell’AdSP, volta a verificare e stimolare l’interesse degli operatori economici per un eventuale affidamento in concessione demaniale marittima, con successiva riqualificazione ed utilizzo, del fabbricato realizzato nei primi anni 70 dall’allora Consorzio Agrario della Provincia di Cagliari.
Il bene è composto da 3 copri distinti: una torre servizi, alta 54,40 metri, che era adibita agli elevatori per il sollevamento dei cereali, 21 celle per lo stoccaggio, sovrastate da un fabbricato lineare per una altezza di 44 metri; una cabina di trasformazione di 7 metri di altezza ed un edificio a tre piani adibito ad uffici del personale, alloggio del custode e sala comandi.
La struttura è in disuso dal lontano 29 dicembre 2011, quando è intervenuta dichiarazione di inagibilità dei Vigili del Fuoco alla quale è succeduta la ordinanza di interdizione dell’allora Autorità Portuale dovuta al cedimento strutturale di una delle celle.
Da qui, la decisione dell’Autorità, nella primavera del 2017, di indire una procedura aperta per l’affidamento della progettazione dell’opera di demolizione dei silos. Una scelta, questa, già tracciata nel Piano Regolatore Portuale, che sposta nel Porto Canale la movimentazione delle merci alla rinfusa, conferendo al Molo Rinascita una vocazione prettamente crocieristica.
È stata, però, la presentazione di sette diverse richieste di accesso alla documentazione progettuale della struttura, stimolata dalla determinazione dei vertici dell’Ente a tentare di salvaguardare il manufatto (scelta condivisa con l’Amministrazione Comunale), a far sospendere, per un periodo limitato, le procedure per l’abbattimento del fabbricato.
Una nuova fase che ha spinto l’AdSP, nella massima trasparenza del procedimento, a sollecitare il mercato per la presentazione di un’eventuale proposta che potesse rilanciare l’area alla radice del Rinascita, con la pubblicazione della documentazione tecnica dei silos e l’invito a tutti i soggetti interessati a prenderne visione.
Un percorso questo che, nonostante la massima pubblicità attribuita al procedimento, non ha prodotto ad oggi i risultati sperati e, dunque, la scelta di porre un termine ultimo ad eventuali proposte con scadenza 31 marzo 2019. Data dopo la quale l’Autorità di Sistema sarà inesorabilmente costretta a procedere alla demolizione dell’intera struttura.
“Siamo purtroppo giunti ad un bivio – spiega Massimo Deiana, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna – Da qui l’esigenza di ricorrere ad un estremo appello pubblico attraverso i media, affinché qualche eventuale operatore interessato possa presentare una manifestazione formale per l’assentimento in concessione e successiva riconversione dei silos. Nonostante si tratti di un notevole investimento, è evidente che una struttura del genere, soprattutto per le dimensioni e la posizione strategica nel cuore del porto e del waterfront della città, rivesta comunque un innegabile appeal per chi ha interesse ad investire in attività rivolte al settore del mare o del turismo. Il mio auspicio è che, entro fine mese, possa pervenire qualche richiesta concreta che scongiuri l’imminente, ma oramai necessaria, demolizione del compendio, che non ci possiamo permettere di mantenere nelle condizioni in cui si trova. La struttura occupa, infatti, una vasta area nella parte operativo-commerciale sterile del porto e inibisce l’uso di uno spazio ancor più vasto – di circa mezzo ettaro – che risulta attualmente interdetto per ragioni di sicurezza”.