Il Consorzio di tutela degli agnelli di Sardegna Igp mette in campo un altro tassello
Un accordo in cui si uniscono le forze per tutelare gli agnelli a marchio, da speculazioni e frodi e che possa garantire un prezzo equo ai pastori. Il primo obiettivo è quello della Pasqua, festività ormai alle porte, quando oltre 4 italiani su 10 (45%) porteranno nelle proprie tavole proprio l’agnello, anche se il vero obiettivo è quello di mettere in campo azioni incisive con risultati che siano tangibili durante tutto l’anno.
“Oltre alla ricerca di nuovi mercati e alla destagionalizzazione del consumo accompagnati dalla sperimentazione di un prodotto, l’agnello, che si possa conservare più a lungo e che si possa vendere in tagli più piccoli come li chiede oggi il mercato – afferma il presidente del Contas Battista Cualbu che ha sottoscritto l’accordo insieme ai colleghi degli altri Consorzi Natalino Talanas e Virgilio Manini – stiamo lavorando molto anche sulla filiera, con macellatori e mondo della distribuzione, affinché si garantisca un prezzo equo al pastore, spesso unica vittima delle crisi”.
Con questo accordo i Consorzi stanno mettendo in campo una serie di iniziative per rafforzare l’immagine del marchio e la tutela del prodotto, dando vita ad una seria organizzazione e programmazione della vigilanza e del monitoraggio. L’accordo prevede un’azione congiunta di controllo a livello locale e nazionale affinché nei banconi di vendita delle nostre carni sia ben specificato se il prodotto è di origine nazionale o UE o extra UE e si enfatizzi il marchio IGP come garanzia della qualità e della provenienza.
“In questo modo – sottolinea il Presidente del Consorzio dell’Agnello del Centro Italia Virgilio Manini – gli agenti vigilatori dei Consorzi espleteranno la propria attività a tutela dei tre agnelli con un azione sinergica e pianificata”.
“Insomma con un semplice accordo – specifica il Presidente Natalino Talanas del Consorzio Abbacchio romano – si triplica la vigilanza a costo zero. “E’ un’azione di importanza fondamentale – evidenzia il direttore del Contas Alessandro Mazzette – perché come abbiamo visto lo scorso anno grazie all’azione di rafforzamento della vigilanza abbiamo smascherato la truffa degli agnelli rumeni, un giro di affari di oltre 1 milione di euro sottratti ai pastori sardi”.