Attribuita ai Campi Flegrei lorigine di una misteriosa grande eruzione che 29mila anni ha ricoperto di ceneri larea del Mediterraneo centrale. A svelarlo, uno studio condotto da Cnr, Ingv, università britanniche di Oxford, Durham, St Andrews, Cnrs francese e Università di California. Il lavoro è stato pubblicato su Geology.
È stata la misteriosa grande eruzione dei Campi Flegrei, sconosciuta fino a oggi, a ricoprire di ceneri 29.000 anni fa larea del Mediterraneo centrale.
A individuarne lorigine, un team internazionale di ricercatori dellIstituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igag), dellIstituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), delle Università britanniche di Oxford, Durham e St Andrews, del Cnrs francese e dellUniversità di California. Il lavoro Evidence for a large magnitude eruption from Campi Flegrei caldera (Italy) at 29 ka è stato pubblicato su Geilogy.
Il materiale vulcanico, spiega Biagio Giaccio, ricercatore del Cnr-Igag, proiettato nellalta atmosfera durante le grandi eruzioni esplosive può raggiungere grandi distanze dal vulcano e, ricadendo al suolo, formare sottili coltri di ceneri che ricoprono enormi superfici, fino a milioni di km quadrati.
Sin dagli anni 70 un livello di ceneri datato a circa 29.000 anni fa è stato ritrovato nei sedimenti lacustri e marini di unampia area del Mediterraneo centrale, fornendo la prova indiretta di una grande eruzione avvenuta nella regione. Nonostante questa considerevole evidenza regionale e la sua relativa giovane età, nessuna prova geologica di un simile evento era stata, fino a oggi, mai trovata nelle aree vulcaniche mediterranee.
Attraverso indagini stratigrafiche, geochimiche e datazione di rocce vulcaniche dei Campi Flegrei, rinvenute nella periferia settentrionale di Napoli, è stato possibile identificarne lorigine delleruzione che distribuì le sue ceneri nellarea, prosegue Roberto Isaia, ricercatore dellIngv-Osservatorio Vesuviano. Inoltre, attraverso unelaborazione al computer dei dati di dispersione delle ceneri, eseguita da Antonio Costa, ricercatore dellIngv-Bologna, è stato possibile ottenere un modello simulato delleruzione di Masseria del Monte dei Campi Flegrei e la stima della sua magnitudo.
Questi dati indicano che la magnitudo (M) delleruzione di Masseria del Monte fu 6.6, quindi molto simile a quella della più recente grande eruzione del Tufo Giallo Napoletano (circa 14mila anni fa, M=6.8) i cui depositi formano uno spesso banco di tufo nel sottosuolo della città di Napoli, cavato e utilizzato fin dalletà classica come pietra da costruzione.
Quella del Tufo Giallo Napoletano, continua Giaccio, è la seconda più grande eruzione della storia eruttiva dei Campi Flegrei, inferiore solo allenorme eruzione dellIgnimbrite Campana di circa 40mila anni fa che ricoprì la Campania di una spessa coltre di tufo, e le cui ceneri sottili raggiunsero anche la Pianura Russa, a migliaia di km di distanza.
Con lidentificazione delleruzione dei Campi Flegrei, si aggiunge quindi un terzo evento di grande magnitudo nella storia vulcanica flegrea, che dimezza il tempo di ricorrenza medio delle grandi eruzioni di questo vulcano.
Questo studio mette in evidenza come, nonostante la lunga storia di ricerca condotta nei Campi Flegrei, le testimonianze geologiche di questo vulcano possano essere frammentarie, difficili da cogliere e non pienamente rappresentative della storia e intensità degli eventi del passato. Da qui limportanza di un approccio multidisciplinare, che usa e integra dati da archivi sedimentari distali e delle aree vulcaniche, nonché modelli di dispersione delle ceneri, ai fini di una più dettagliata ricostruzione della storia e stima delle magnitudo e stili eruttivi, e quindi della pericolosità, di uno dei vulcani più produttivi dellEuropa, concludono i due ricercatori.