Queeresima in attesa del Sardegna Pride: quaranta giorni di incontri, cinema, dibattiti e spettacoli sul tema dei diritti civili in tutta la Sardegna
50: sono gli anni passati dalla mitica ribellione dello Stonewall Inn a New York.
25: sono gli anni passati dal primo Gay Pride a Roma.
10: sono gli anni passati dalla prima discesa in piazza a Cagliari per la lotta contro l’omofobia.
Arriva la Queeresima in attesa del Sardegna Pride.
In questi decenni abbiamo fatto passi da gigante, eppure siamo ancora qui, a difendere e lottare per i diritti delle persone
discriminate per orientamento sessuale o identità di genere. Perché? Cinquant’anni fa la comunità transessuale, gay e lesbica dovette ribellarsi rispondendo alla violenza con la forza, perché quello era l’unico megafono per poter comunicare al mondo il diritto all’esistenza, per uscire dall’ombra e dalla discriminazione.
Oggi noi non crediamo di vivere in un mondo peggiore di cinquanta, venticinque o dieci anni fa, ma crediamo che la storia del diritto all’auto-determinazione delle persone non sia stata ancora scritta fino in fondo. C’è vera parità quando le persone omosessuali per sposarsi non possono usare la parola matrimonio, perché devono ricorrere a una legge diversa da quella valida per le persone eterosessuali? C’è vera parità quando per bambini e bambine l’adozione è consentita solo alle coppie della cosiddetta “famiglia tradizionale”?
Ma, soprattutto, se nelle scuole e nelle famiglie non si spiega che le differenze sono un valore prezioso e inestimabile anziché un difetto, una condizione svantaggiosa, un motivo di discriminazione, c’è vera parità?
In democrazia le regole della pacifica convivenza devono essere stabilite per legge e non possono essere lasciate alla lungimiranza di singoli virtuosi episodi, spesso disorganizzati. Il sospetto, allora, è che si voglia mettere a tacere l’immensa e pacifica comunità queer, quella delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, ma anche quella femminista e antifascista: ossia riconoscere pochi diritti – che in fondo riaffermano una volontà discriminatrice – per dividere le persone e le comunità, e continuare a propagandare un pensiero unico.
A Verona, non a caso, durante il “XIII Congresso Mondiale delle Famiglie” (dal 29 al 31 marzo scorsi), invece di avanzare soluzioni finalizzate al benessere di tutte le famiglie, sono state proposte azioni di compressione di diritti e libertà esistenti e di contrasto al riconoscimento di nuove tutele, in nome di una presunta “verità rivelata”: quale Ministero della Famiglia può
davvero esser considerato tale se non tutela tutte le forme di relazioni significative che, messi da parte i personali punti di vista, esistono e non disturbano la quiete dell’ordine pubblico?
Le differenze sessuali, etniche e religiose sono ancora un cavallo di Troia per poter promuovere politiche repressive, tipiche dei poteri totalitari. Tornando ai numeri, per esempio, le statistiche ufficiali del Viminale mostrano che nei primi quattro mesi del 2019 i reati sono in diminuzione costante: eppure il Ministro dell’Interno esalta una sempre più virulenta
lotta alla delinquenza (basata, dunque, su una percezione irrazionale del contesto sociale) da cui difendersi, armi alla mano, in modo più o meno legittimo. Noi, esattamente al contrario, crediamo che un mondo più libero e sicuro sia quello senza un Governo che mette le persone le une contro le altre, fomentando la rabbia e l’odio sociale, usando l’insulto come forma
istintiva di comunicazione del proprio pensiero, quando invece l’alfabeto e i vocabolari possiedono tutte le lettere e le parole necessarie per esprimere ogni opinione con rispetto.
E, ancora parlando di numeri, possiamo scoprire quanto la società sia migliore di quella che viene millantata (soprattutto per ottenere facile consenso elettorale), grazie alle decine di iniziative che anche quest’anno compongono il calendario della Queeresima, senza l’uso di algoritmi, piattaforme digitali o trabocchetti social. Abbiamo lanciato per l’ottavo anno un invito che è stato raccolto da decine di persone e associazioni, coordinate dalle volontarie e dai volontari dell’Arc, dando vita a una
multiforme e colorata creatività politica e organizzativa. Centinaia di persone che credono possibile un mondo migliore partendo da un’altra matrice: il rispetto delle idee e delle persone, in contrapposizione alla castrazione del dialogo tra le differenze, di cui razzismo, sessismo e violenza sono figli legittimi. Vi invitiamo dunque a perdervi dentro i 40 giorni di iniziative, più di 50 eventi non solo in Sardegna, tante città contaminate dalla voglia di partecipazione, in modo democratico,
autonomo e orizzontale. Tutto questo è Queeresima, un laboratorio culturale tra i più attivi in Italia, che accompagnerà tutta la cittadinanza fino a sabato 6 luglio, quando lungo le vie di Cagliari sfilerà il corteo politico più grande dell’Isola: il Sardegna Pride!
www.associazionearc.eu