ViviMed

ViviMed, terminato a Cagliari l’evento finale

Si conclude ViviMed: gli assessori regionali Zedda, Chessa e Fasolino sottolineano l’importanza di fare sistema tra i vari soggetti economici e istituzionali locali, nazionali ed esteri

30 mesi di attività, dal febbraio 2017 al febbraio 2019, circa 1,17mln € di dotazione finanziaria, 360 imprese, 77 associazioni, 92 Comuni ed enti territoriali coinvolti nel processo partecipativo attraverso 51 living lab, 5 workshop transfrontalieri e 62 Team coaching & Individual Business coaching per la creazione di 28 itinerari e servizi esperienziali raccolti in un Catalogo transfrontaliero per scoprire come vivere al meglio la Barbagia, l’Ogliastra, il Montiferru, il Beigua, l’Amiata, la Garfagnana, la Lunigiana, l’Alto Var Verdon, la Balagne e la Corsica orientale. Sono questi i numeri del progetto ViviMed, cofinanziato dal programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020 del FESR, illustrati nel corso dell’evento finale che si è svolto a Cagliari nella suggestiva cornice del Convento San Giuseppe alla presenza degli 8 partner, in rappresentanza di 10 territori, degli attori coinvolti e delle istituzioni regionali.

Sotto il coordinamento di ASPAL (Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro) e di Sardegna Ricerche, ViviMed ha promosso nell’entroterra e in aree a vocazione rurale sistemi locali di qualità, in grado di generare un turismo esperienziale sostenibile e multi-stagionale, rendendo più competitiva, professionalizzata ed eco-compatibile l’offerta turistica e facilitando il posizionamento nel mercato del turismo esperienziale e green dei territori coinvolti. 

L’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, ha sottolineato come lo sviluppo, in un contesto sempre più globalizzato, passa dal confronto e dalla collaborazione tra attori economici e istituzionali provenienti da diversi contesti: “Il progetto ViviMed è l’esempio di come fare rete e creare un ecosistema di scambio faccia emergere potenzialità inesplorate, capaci di produrre reddito anche nelle realtà più difficili come le aree interne. Il contributo dei partner transfrontalieri – ha sottolineato l’esponente della Giunta Solinas – ha permesso di conoscere alcune azioni efficaci che nell’entroterra della Sardegna trovano un luogo ideale. Si è partiti dalla necessità di migliorare l’offerta turistica di quelle aree, per generare ricadute positive in termini di occupazione e benessere per le popolazioni che ci vivono, e per dare ai visitatori l’occasione di fare un’esperienza di viaggio unica e di qualità. Sarà interessante – ha concluso l’assessore – capire l’impatto delle relazioni avviate in questi mesi nelle iniziative che concretamente potranno essere realizzate, anche con il sostegno della Regione, che si impegnerà per dare un’opportunità di crescita ai territori coinvolti.” 

Concetti ribaditi anche dal collega di Giunta, Gianni Chessa, assessore regionale del Turismo che, nel sottolineare i risultati raggiunti dal progetto, ha posto l’accento sulla necessità di fare sistema per sviluppare al meglio il comparto turistico in Sardegna: “Mi sto sforzando di dirlo a tutte le parti interessate, non possiamo più permetterci di andare da soli. Bisogna fare sistema, sia al nostro interno, attraverso un coordinamento ottimale tra i vari assessorati, sia all’esterno, per vendere al meglio quello che definisco “il brand Sardegna”, una meta ancora troppo poco conosciuta a livello internazionale. Oggi la stagione è ferma a pochi mesi l’anno, una questione vecchia che però non ha ancora trovato una soluzione. Penso che sia necessario connettere le varie forme di turismo, non limitandosi alle coste ma valorizzando, con maggior decisione, anche le zone interne.

Formazione, accoglienza e marketing, e una buona gestione di tutto ciò che si fa, sono la chiave vincente per fare del buon turismo. “Fondamentale – ha concluso l’assessore Chessa – una politica dei trasporti che consenta alla nostra regione di essere raggiunta 365 giorni all’anno: per tale motivo, ho invitato i tre principali aeroporti dell’isola a dialogare e a condividere numeri, strategie e obiettivi che devono diventare una strategia comune per il successo della Sardegna nel mondo”. 

Giuseppe Fasolino, assessore regionale del Bilancio, ha lodato ViviMed come un buon esempio nel campo dei progetti transfrontalieri perché ha promosso lo sviluppo di strategie di innovazione ecoturistica intervenendo sul sistema delle conoscenze e delle competenze specifiche: “Particolarmente significative risultano essere sia la mappatura delle PMI delle varie filiere del turismo che l’analisi delle competenze professionali delle imprese del settore. Grazie allo straordinario lavoro fatto in questi anni oggi siamo in possesso di una mappa delle risorse territoriali di grande importanza per sviluppare strategie turistiche mirate a livello locale e di posizionamento in campo nazionale e internazionale”. 

Dal suo canto, il Direttore generale dell’ASPAL, Massimo Temussi, ha evidenziato come l’Agenzia abbia voluto scommettere su questo progetto, credendo nelle potenzialità della rete degli attori e dei territori: “Il lavoro svolto in questi mesi di scambi e relazioni ha portato a una sperimentazione di nuovi modelli di crescita sostenibile, partendo dalle ricchezze dei luoghi per valorizzarle in un’ottica di profitto, con un approccio innovativo. Il confronto con i partner nazionali e francesi – ha evidenziato Temussi – ha permesso di conoscere realtà simili alle nostre aree interne della Sardegna coinvolte nel progetto, per promuovere le iniziative che in altri contesti hanno già prodotto importanti risultati. Buone pratiche ed esperienze stimolanti che hanno animato un tessuto economico, e incentivato la creazione di iniziative imprenditoriali capaci di attrarre turisti, con un’offerta differenziata e di qualità. Ci impegneremo per dare seguito al progetto e mettere a sistema i risultati già ottenuti”. 

Valter Songini, responsabile della Comunicazione di Sardegna Ricerche, ha infine affermato: “Il progetto ViviMed ha rappresentato importante in quanto ha messo l’isola in contatto con regioni italiane ed europee che hanno caratteristiche simili sul versante del turismo sostenibile delle aree rurali e ha consentito di arrivare a un risultato importante che è quello di aver creato un Catalogo integrato di offerte turistiche comune alle 5 regioni”.

About Simone Cadoni

Classe 1993. Giornalista pubblicista, ha conseguito la laurea in Lingue e Comunicazione e un master in Giornalismo. Dai tempi dell'università collabora con Unica Radio, per cui si occupa della produzione di articoli e interviste.

Controlla anche

Capoterra e le alluvioni: dinamiche meteorologiche complesse

Le caratteristiche delle alluvioni nella zona di Capoterra continuano a destare preoccupazione, con fenomeni sempre …