Teatro

Capire la forza dell’inclusione attraverso il Teatro

Due giovani sarde in Islanda per il progetto Erasmus+ sperimentano la forza dell’inclusione nel teatro.

Si chiude oggi a Reykjavík il progetto Erasmus+ basato sul metodo del Teatro dell’Oppresso per conoscere la forza dell’inclusione nel teatro. Tra i partecipanti due ragazze partite domenica scorsa da Cagliari.

Fanno parte di un gruppo di 35 tra giovani ed educatori partiti da tutta Europa le due giovani sarde che da una settimana hanno lasciato Cagliari alla volta della capitale dell’Islanda Reykjavìk per prendere parte al progetto Erasmus+ “Theatre of the Oppressed for social change!”.Questo corso di formazione, che si conclude oggi, è stato pensato per esplorare il tema dell’inclusione sociale e dell’intelligenza emozionale attraverso la forza del Teatro dell’Oppresso, una forma di educazione popolare basata sulla comunità, che usa il teatro come strumento per il cambiamento sociale ideata dal regista e scrittore brasiliano Augusto Boal.

Durante tutta la durata del progetto, le partecipanti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con i loro corrispettivi provenienti da Irlanda, Francia, Grecia, Slovenia, Islanda e Spagna guidati dai professionisti del settore Deirdre Quinlan, dall’Irlanda, e Diego Marín, Spagna.

L’iniziativa è promossa da Ipsia Sardegna nell’ambito della sua attività di confronto giovanile internazionale. “Alla base di una reale comunità Europea non può che esserci il valore dell’inclusione, in tutti i suoi significati – spiega la presidente di Ipsia Benedetta Iannelli –. Oggi più che mai è necessario adottare strumenti diversi, innovativi, che possano coinvolgere i giovani, soprattutto i più fragili. Si tratta di un training, un progetto formativo che, a differenza di altre iniziative di scambio giovanile promosse da Erasmus+, mira a condividere esperienze e metodologie per poter lavorare nel settore socio-educativo. Le partecipanti torneranno con nuove competenze da spendere nel nostro territorio, al servizio delle nostre comunità”.

Il Teatro dell’oppresso, in brasiliano Teatro do Oprimido, o TdO, è un metodo teatrale che comprende differenti tecniche create dal registabrasiliano Augusto Boal, già direttore del Teatro Arena di San Paolo. Le accomuna l’obiettivo di fornire strumenti di cambiamento personale, sociale e politico per tutti coloro si trovino in situazioni di oppressione. Boal lo insegnò in giro per il mondo fino alla sua morte nel 2009.

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