L’ideatrice del progetto La Matrioska racconta ai nostri microfoni i dettagli del laboratorio tessile, creativo e sociale dedicato all’inclusione
Accoglienza, creatività e integrazione. Sono questi gli elementi portanti del progetto sociale La Matrioska, laboratorio tessile ideato e coordinato dalla dott.ssa Elisabetta Dessì, psicologa e innamorata dell’arte del cucito: “In casa ci sono sempre stati tessuti, ago e filo, perciò è una passione che è nata quando ero piccola”.
Ed è proprio da questa passione che si sviluppa l’idea di dar vita a un laboratorio tessile, creativo e sociale, conciliando il cucito con la formazione accademica, orientata alla psicologia e all’inclusione dei migranti. “Il progetto nasce a febbraio – racconta Elisabetta Dessì – con l’intento di avviare dei corsi di sartoria per persone in condizione di svantaggio sociale. Grazie a una raccolta fondi siamo riusciti a partire con il progetto pilota, Cucire l’accoglienza, offrendo un corso sartoriale base a quattro ragazzi richiedenti asilo sul nostro territorio”.
Il crowdfunding ha consentito di raccogliere più di 3000 euro, grazie ai quali sono stati acquistati i macchinari per cucire. Il laboratorio ha preso inizio due settimane fa e durerà circa quattro mesi, culminando con un evento finale per valorizzare tutto ciò che è stato prodotto. I lavori dei quattro giovani migranti saranno messi in vendita anche online.
Il team del progetto è composto da Elisabetta Dessì, da una sarta professionista e da altre due socie volontarie, che si impegnano a gestire i social e un “diario di bordo”.
“La Matrioska ha un significato preciso – spiega Elisabetta Dessì – perché la bambola russa, che all’interno ospita tutti i suoi figli, è per noi simbolo di accoglienza. Speriamo in futuro di poter accogliere anche altre tipologie di utenti. L’obiettivo a lungo termine è crescere e ci auguriamo di poter avviare nuove collaborazioni con altre realtà”.