Saldi

Saldi estivi 2019, in Sardegna si inizia sabato 6 luglio

Al via i saldi estivi nell’Isola: su 449mila famiglie sarde, sono in 292mila ad attendere le promozioni per l’acquisto di abbigliamento, calzature e accessori

Ancora qualche giorno e anche la Sardegna darà il via ai saldi estivi. La prima regione italiana a partire è stata la Campania, seguita dalla Sicilia e poi dalla Basilicata. Sabato 6 luglio sarà invece il turno delle altre regioni, compresa la nostra Isola. I saldi termineranno venerdì 30 agosto.

Secondo le stime di Confcommercio, le famiglie sarde spenderanno in media 159 euro. Si tratta di un leggero calo rispetto al 2018, quando la spesa si aggirava intorno ai 175 euro. Considerando però i dati nazionali, la forbice tra la Sardegna e le altre regioni si allarga notevolmente: la spesa media del resto d’Italia si aggira infatti a circa 224 euro.

Su 449mila famiglie sarde, sono in 292mila ad attendere i saldi per acquistare abbigliamento, calzature e accessori. Per quanto riguarda la spesa pro capite, nell’Isola si spenderanno circa 69 euro, contro i 76 euro dello scorso anno e i 97 euro della media nazionale. Il volume d’affari calcolato dall’associazione di categoria si aggira intorno ai 46,5 milioni di euro (3,5 miliardi a livello nazionale).

Il presidente di Confcommercio Sardegna, Alberto Bertolotti, mette in evidenza i motivi del calo delle vendite: “La crisi e la prudenza generano propensione al risparmio e meno consumo. I dati che emergono da questo studio erano prevedibili, tuttavia l’auspicio è che almeno in questi saldi riparta la corsa allo shopping. Crisi a parte, non aiutano le promozioni continue in qualsiasi periodo dell’anno e quindi l’assenza di controlli e regole certe per quanto riguarda l’abusivismo. È necessario rivedere la normativa sulle vendite promozionali e sugli incentivi al settore: gli strumenti attuali non bastano, lo chiediamo da anni”.

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcune regole di base:

  • Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
  • Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
  • Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
  • Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
  • Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

About Simone Cadoni

Classe 1993. Giornalista pubblicista, ha conseguito la laurea in Lingue e Comunicazione e un master in Giornalismo. Dai tempi dell'università collabora con Unica Radio, per cui si occupa della produzione di articoli e interviste.

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