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Cult Fiction puntata 2.4 – 16 luglio 2019

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Cult Fiction puntata 2.4 - 16 luglio 2019
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Spider-man – Far From Home, Italo Moscati e Rocky gli argomenti della quarta puntata.

Il programma meglio del 3D in onda su Unica Radio e condotto da Salvatore Uccheddu, martedì 16 luglio ha visto la partecipazione, grazie alla collaborazione con i Diari di Cineclub di un ospite che ricopre molti ruoli nel campo del cinema: saggista, documentarista, giornalista, docente e soprattutto critico cinematografico, si tratta di Italo Moscati. La recensione del film visto in sala riprende la sfumatura del cinecomic. Abbiamo visto al cinema Spider-man: Far From Home e verrà raccontato l’effetto che fa. Anzi, che ci ha fatto. Il racconto sonoro di questa puntata, invece, è dedicato a Rocky, del 1976 diretto da John G. Avildsen, e che vede come protagonista e sceneggiatore Sylvester Stallone. Al suo fianco Talia Shire, Carl Weathers, Burt Young e Burgess Meredith.

Ospite di Diari di Cineclub

L’ospite della quarta puntata di Cult Fiction è l’amico di I Diari di Cineclub Italo Moscati: regista, scrittore e sceneggiatore. Moscati ha insegnato Storia dei Media all’Università di Teramo e tuttora tiene lezioni e corsi in vari atenei italiani e stranieri. Figura di spicco del mondo cinematografico, televisivo e radiofonico, Italo Moscati è stato direttore di RAI Educational dando vita a numerosi programmi innovativi, come Tema, Tempo ed Epoca, avvalendosi di uno stile personalissimo nella ricerca e nell’utilizzo dei più prestigiosi materiali di archivio. Italo Moscati ha firmato film indimenticabili. Insieme a Liliana Cavani ha realizzato la sceneggiatura di Portiere di notte e di Al di là del bene e del male. Ha collaborato anche con registi come Giuliano Montaldo, Silvano Agosti, Luigi Comencini. Moscati ha al suo attivo numerose pubblicazioni l’ultima delle quali è il saggio Sergio Leone – Quando I fuori legge diventano eroi pubblicato ad aprile e edito da Castelvecchi.

Sergio Leone – Quando i fuori legge diventano eroi di Italo Moscati

La recensione: Spider-man – Far From Home

Avengers: Endgame ha segnato la fine di un’epoca. Spider-man Far From Home parla della fine dell’epoca segnata da Avengers: Endgame. Quindi, come si inserisce questa nuova pellicola nel MCU? Bene ma non benissimo. Del resto ripartire dopo Endgame è evidente che non sarebbe stato facilissimo. Diciamo che Far Frome Home si fa carico di essere il primo a esordire nella nuova era dopo la Infinity Saga. Fa un po’ la figura del kamikaze che va per primo all’interrogazione: ci vuole coraggio, molto coraggio. Far From Home esce vittorioso, ma con molte ferite, una storia non esattamente travolgente, tendente alla commedia più che all’azione, un Peter Parker più acerbo e vulnerabile che mai (ma poi… SPOILER). Insomma, Peter sei rimandato a settembre, ma solo perché veicoli sempre un buon messaggio: occhi aperti, riconoscete e diffidate delle fake news.

Spider-man: Far From Home – Una scena del film

Pop Corn

Denise, donna dispensatrice di Pop Corn, in questa puntata, tra un auto ribaltata, un fendente di katana, una scazzottata in stile Bud Spencer e Terence Hill, ci racconta un po’ questi mestieri esaminando i ruoli più adrenalinici e rischiosi del set: stunt-man, maestri d’armi e maestri d’equitazione. Quali sono il loro ruoli, quando entrano in gioco e quanto potere hanno sul set?

Il racconto sonoro: Rocky

Il racconto al termine della puntata è dedicato al classico sportivo/drammatico Rocky, del 1976. La pellicola vede protagonisti Sylvester Stallone, Talia Shire, Carl Weathers, Burt Young e Burgess Meredith. La trama è più che nota: il pugile italo-americano Rocky Balboa vive la vita alla giornata, lasciando che gli eventi gli scorrano addosso. Fa lo scagnozzo per un gangster, è innamorato di Adriana e Paulie (il fratello della ragazza) è un poco di buono. L’occasione della vita arriva insieme al campione dei pesi massimi afro-americano Apollo Creed, per puro caso, punta il dito proprio contro Balboa, mettendo in palio il titolo mondiale. Un po’ biografico, un po’ incarnazione del sogno americano Rocky è l’altra faccia di Sylvester Stallone, personaggio frutto della sua penna con il quale si è aggiudicato l’Oscar alla Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Montaggio. Rocky è stato girato a basso budget (“appena” un milione di dollari) e in soli 28 giorni. Quando vennero comunicati i nomi dei primi film candidati alla statuetta più ambita dell’Academy, in lizza c’era anche Taxi Driver, ma di Rocky non era ancora stata girata alcuna scena. La realizzazione stessa di Rocky è un po’ la metafora del sogno americano.

Rocky, 1976 – Poster

L’appuntamento con Cult Fiction è settimanale: martedì h 20:00 su Unica Radio. Tramite l’App di Unica Radio è possibile seguire il format su smartphone e i-Phone. Attraverso i social è possibile restare aggiornati sulle novità di Unica Radio e di Cult Fiction.

About Salvatore Uccheddu

Classe 1989. Appassionato cinefilo a 360°, degustatore di birre e di pizze. Amante dei bei film, ma anche di quelli brutti, davvero brutti. Si è cimentato come regista in lavori discutibile fattura. Irriducibile cacciatore di interviste agli addetti ai lavori della settima arte.